Nessuno, probabilmente, saprà come sarebbe finita la gara con Cristiano Ronaldo in campo. Da una parte resta il rammarico per aver assistito a una finale monca, impoverita dall’uscita del giocatore più importante tra tutti quelli scesi in campo. Dispiacere colmato dalla storia nella storia: quella di Eder, l’anti eroe, il personaggio meno atteso, l’uomo che ha regalato al Portogallo il primo titolo di campione d’Europa.
Ci sono voluti 110′ per sbloccare una gara combattutta, su ogni pallone, un match che ha premiato la squadra di Fernando Santos, supportata da un CR7 in veste di capitano non giocatore, tornato in campo all’inizio dei supplementari e seduto in panchina con il ginocchio infortunato pronto a incitare i compagni fino al 120′.
Scelte della vigilia confermate per entrambi gli allenatori con Deschamps pronto a dare fiducia ancora ad Umtiti in difesa al posto di Rami. Dopo 6′ gara condizionata dall’infortunio di Ronaldo (fallo di Payet). Il portoghese è rimasto in campo fino al 24′ ma non è praticamente più esistito in campo.
La squadra di Fernando Santos era stata la prima a rendersi pericolosa con una conclusione incrociata di Nani terminata alta, poi Griezmann aveva provato a impensierire Rui Patricio con un gran copo di testa sul quale il portiere portoghese si è superato. Superarto lo choc iniziale dopo la sostituzione di Ronaldo, il Portogallo ha serrato le linee e ha giocato molto da squadra limitando la Francia, concedendo un paio di incursioni spaventose a Sissoko ma nulla più.
L’intervallo è servito soprattutto ai portoghesi per riorganizzare le idee e ritrovare certezze. L’abbraccio a centrocampo prima dell’inizio della ripresa è stato sintomatico in questo senso. Deschamps ha giocato la carta Coman per Payet probabilmente condizionato e scosso dal fallo che ha messo fuori causa Ronaldo. Il giocatore del Bayern è entrato bene in partita facendosi apprezzare per una buona conclusione (fuori) e per una pennellata per la testa di Griezmann: il “Piccolo Diavolo” ha appena sfiorato la palla mandandola di un niente oltre la traversa.
Nel momento di massima spinta della Francia il Portogallo non ha mollato, Fernando Santos ha inserito maggiore qualità a centrocampo con Joao Moutinho e Quaresma prima (rovesciata parata da Lloris) e Nani poi (tiro fuori) non hanno lasciato tranquilli i francesci. Sissoko, dal canto suo, ha scosso i brividi dei tifosi portoghesi con una conclusione potentissima sulla quale Rui Patricio, ancora una volta, ha avuto il coraggio di metterci le mani.
E nei minuti di recupero il palo su tiro di Gignac ha salvato il Portogallo. Inevitabile, allora, la prosecuzione ai supplementari. Nel primo “extra time” Eder ha spaventato la Francia intera con un colpo di testa da distanza ravvicinata ma Lloris è stato pronto a respingere. Nel secondo supplementare Clattenburg ha regalato un calcio di punizione dai 25 metri al Portogallo: la conclusione di Guerreiro ha colpito la traversa.
Neanche un minuto più tardi azione personale di Eder che ha stretto il campo e calciato con il destro un tiro di eccellente precisione che non ha lasciato scampo a Lloris. Deschamps ha giocato la carta Martial. Ma non è servita a nulla. Il Portogallo è campione d’Europa.