Roma – In seguito al susseguirsi di innumerevoli attentati, il Presidente della Repubblica è tornato a parlare di terrorismo.
“Quel che dobbiamo impedire è che la paura ci vinca. Non possiamo consentire che il nostro Paese entri nell’età dell’ansia – ha detto Sergio Mattarella nel corso della cerimonia del ventagli – Questo dovrebbe essere, e deve essere, invece, il tempo della responsabilità. E la responsabilità richiede impegni comuni al di sopra delle divisioni. Sul piano continentale e su quello interno. Occorre una sempre più ampia e completa collaborazione operativa tra gli Stati”.
“Da tante parti è stato sottolineato più volte che è anzitutto sul terreno della cultura e dei valori che è possibile battere la violenza che aggredisce le nostre città. Il clima di incertezza si riflette anche nel linguaggio della politica, dei media e dei social. Un linguaggio talvolta caratterizzato da toni aspri. Il pensiero corre anche alla recente strage di Kabul, a Istanbul, a Orlando, ai tanti attentati in Iraq, alle vittime negli ospedali della Siria, alla strage di disabili in Giappone. Nessun luogo è ormai lontano e in nessun luogo la violenza può essere considerata normale”, ha aggiunto.
“La violenza è tornata a diffondersi in Europa attraverso strade differenti – ha proseguito – Di fronte a un fenomeno così diversificato e complesso occorre trovare la capacità di analizzarlo nella sua completezza per poterlo contrastare e sconfiggere. Siamo sfidati dal terrorismo e veniamo interpellati dalle periferie esistenziali presenti nelle nostre società urbane, nei territori dell’Europa, e, allo stesso tempo, dalle periferie del mondo”.
Inevitabile il riferimento al prete sgozzato a Rouen, martedì, da due stranieri: “Padre Jacques Hamel, trucidato ieri nella sua chiesa, aveva definito un tempo per essere rispettosi degli altri, chiunque essi siano, parole che sottolineano l’enormità del crimine”.
“Non vi è soltanto l’assalto, feroce, del terrorismo. Questa stagione sembra dare spazio a ogni tipo di violenza, sembra favorire il propagarsi anche di germi endogeni rimasti a lungo nascosti, sotto controllo, nelle nostre società e che, all’improvviso, esplodono. Né possiamo dimenticare che gli assassini di Parigi e di Bruxelles erano nati e cresciuti in Paesi europei. La diversità delle cause di stragi e crimini accresce l’allarme. Sembra davvero che il démone della violenza si sia nuovamente diffuso in Europa”, ha concluso Mattarella.