Aversa – Come aveva preannunciato, Francesco Di Virgilio ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza della commissione per la valutazione dei debiti fuori bilancio. Rientrato dalle ferie nella serata di lunedì, il primo pensiero del consigliere di maggioranza è stato quello di consegnare nelle mani della segretaria comunale la comunicazione di dimissione indirizzata al presidente del consiglio comunale e, per conoscenza, al sindaco.
Dopo aver richiamato la deliberazione di Consiglio comunale numero 8 del 2016 con la quale fu istituita all’unanimità la commissione consiliare temporanea per i debiti fuori bilancio, secondo l’articolo 41 dello Statuto comunale; dopo aver ricordato che l’istituzione della commissione si era resa necessaria per tutelare gli interessi della collettività e che la minoranza ne aveva richiesto la presidenza, Di Virgilio rassegna, con effetto immediato, le sue dimissioni, irrevocabili, dalla presidenza della commissione stessa.
“Allo scopo – scrive nella comunicazione – di riportare un clima di serenità tra i consiglieri e, soprattutto, per avviare quanto prima i lavori della commissione”.
Fin qui l’atto che chiude, si spera, una querelle nata a seguito di alcune affermazioni della minoranza che considerava “irregolare” l’elezione di Di Virgilio perché in contrasto con l’articolo 76 del regolamento del Consiglio comunale. Una tesi che ha visto scendere in campo non solo tutti gli esponenti della minoranza ma anche alcune associazioni definite “osservatori politici” tesi a dimostrare l’irregolarità della nomina considerata regolarissima anche dal sindaco Enrico De Cristofaro giacché, come faceva osservare fin dalle prime battute della querelle lo stesso Di Virgilio, “la delibera a cui fa riferimento la minoranza che è stata votata all’unanimità in consiglio comunale non era relativa all’articolo 76 del regolamento del consiglio comunale ma all’articolo 41 dello Statuto che al comma 1 recita: ‘Il consiglio comunale istituisce commissioni consiliari permanenti, inoltre può istituire commissioni consiliari temporanee o speciali per fini di controllo, di indagine, di inchiesta, di studio’”.
“Probabilmente – faceva osservare l’esponente della maggioranza – nessuno si è reso conto di questa sottile ma sostanziale differenza, altrimenti se ne sarebbe dibattuto in consiglio. Invece tutti l’hanno approvata”. “Tanto è vero – aggiungeva – che in commissione lo stesso Capasso ha dichiarato, a verbale, di proporre come presidente Maria Grazia Mazzoni precisando che se c’era un’apertura da parte della maggioranza la si doveva votare, senza accennare minimamente ad una violazione delle norme dello Statuto o del Regolamento”.
“Inoltre – sottolineava Di Virgilio – a conferma di quale fosse l’interesse della minoranza, rappresentata nella commissione da Rosario Capasso di Terra Libera e Maria Grazia Mazzoni del M5S, di ottenere la presidenza della commissione ricordo che l’esito della votazione che è stato di tre voti a mio favore, uno per Capasso, uno per Mazzoni”.
Comunque sia, con le dimissioni di Di Virgilio la questione dovrebbe essere chiusa e quando il presidente del Consiglio, Bisceglia, ne riconvocherà i cinque i componenti la minoranza potrebbe nominare un suo esponente alla presidenza.