Aversa, debiti fuori bilancio: ecco tutte le cifre

di Antonio Arduino

Aversa – Debiti fuori bilancio, quanti sono, che cosa li ha prodotti, perché non sono stati pagati permettendo che diventassero una cifra tanto alta da dare spunto ad alcuni consiglieri ed ex consiglieri di lanciare l‘allarme dissesto? Queste alcune delle domande alle quali dovrebbe rispondere la commissione temporanea creata appositamente per analizzare cifre ed origini dei debiti fuori bilancio. Aspettando i risultati dell’indagine abbiamo preso visione di quanto sarà sottoposto all’attenzione del consiglio del 31 agosto destinato a ratificare le somme da pagare.

Vi proponiamo i dati salienti della documentazione perché ciascun cittadino possa fare le sue valutazioni. I debiti certificati ammontano a 186.532,76 euro determinati da 49 sentenze pronunciate nel 2013, 294.291,76 determinati da 74 sentenze del 2014, 616.683,32 conseguenti a 103 sentenze pronunciate nel 2015 ai quali vanno aggiunti quelli certificati dall’ufficio legale il 15 giugno 2016 pari a 388.615,24 dovuti a 18 sentenze emesse dal 2012 al gennaio 2016  e 153.294,00 conseguenti ad una sentenza del 18 gennaio 2010 (ce n’è anche una del 7 luglio del 2004, se non è un errore di stampa) per un totale complessivi di 1 milione 639 417,08 euro.

A questi vanno aggiunti ulteriori 2 milioni e 400 mila euro circa, certificati dal responsabile dell’ufficio tecnico che non sarebbero stati valutati dai revisori dei conti perché attestati il giorno successivo alla certificazione fatta dagli stessi. Al di là di valutazioni tecniche, leggendo i dati viene normale chiedere perché sia stato consentito che si accumulassero tanti debiti dal momento che passata in giudicato e trasmessa all’Ente ogni sentenza recante la quantificazione di un debito dovrebbe essere portata in Consiglio al più presto per il riconoscimento e il conseguente pagamento.

Magari è giusto convocare il consiglio per questa incombenza raggruppando le sentenze ed i debiti a cui fanno riferimento ma non è logico aspettare degli anni facendo crescere la somma da erogare, dal momento che il ritardo nel pagamento prevede il calcolo di un interesse da aggiungere alla cifra fissata dal giudice.

Per questo ritardo chi paga? Non dovrebbe essere a carico dei cittadini. Parlando di responsabilità, considerando che per grande parte i debiti sono stati creati da danni a persone o cose prodotti dalle carenti condizioni delle strade cittadine non sarebbe opportuno pensare di spendere quel denaro mettendo in sesto le strade?

Se poi si considera che con il passare degli anni i contenziosi sono cresciuti passando dalle 49 sentenze del 2013 alle 74 del 2014, alle 103 del 2015 viene logico pensare che l’intervento dell’Amministrazione debba non solo essere indirizzato alla manutenzione continua delle strade ma anche ad un’azione di controllo, sia sulle denunce sia sulla gestione dei contenziosi valutando, con i legali dell’Ente che sicuramente saranno stati presenti ogni volta, l’attendibilità degli immancabili testimoni dei sinistri denunciati.

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Redazione
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