Aversa – Francesco Di Virgilio potrebbe dimettersi dalla presidenza della commissione per la valutazione dei debiti fuori bilancio ma non perché sia stato nominato in maniera irregolare, così come affermato da alcuni esponenti della minoranza, bensì per riportare serenità al clima politico rovente di questi primi giorni di agosto creato dalla minoranza consiliare che avrebbe chiesto le dimissioni del consigliere di maggioranza dall’incarico di presidente e preparato una mozione di sfiducia per il presidente del consiglio comunale.
A fare chiarezza sulla vicenda è lo stesso Di Virgilio. “Non ho nessun problema a dimettermi dalla presidenza. Ma – esordisce – sia chiaro che le mie eventuali dimissioni sarebbero finalizzate a fare gli interessi della cittadinanza rimediando ad un pasticcio fatto da tutti”.
“Personalmente – sottolinea – non sono legato alle poltrone e lo dimostrano i fatti. In particolare mi riferisco alla composizione della Giunta. Per quanto riguarda le dimissioni chieste al Presidente del Consiglio Bisceglia credo rappresentino un errore da parte di chi le ha chieste. Anzi sono ancora più convinto della scelta fatta nell’indicare Biscceglia alla presidenza e confermo con ancor più convinzione che rappresenta la persona ideale per l’incarico”. Tornando alla vicenda della nomina a presidente della commissione per i debiti fuori bilancio Di Virgilio, ribadendo che è regolare, precisa: “L’oggetto della delibera di consiglio era l’articolo 41 dello Statuto comunale che si riferisce alla creazione di “commissioni temporanee” per fini particolari, commissione che in questo caso è dedicata allo studio dei debiti fuori bilancio”.
“La delibera – ricorda Di Virgilio – che è stata votata all’unanimità in consiglio comunale, all’articolo 41, comma 1, dello Statuto recita: “Il Consiglio comunale istituisce commissioni consiliari permanenti, inoltre può istituire commissioni consiliari temporanee o speciali per fini di controllo, di indagine, di inchiesta, di studio. Quindi secondo lo Statuto oltre alle commissioni permanenti, ci possono essere altri due tipi di commissioni: vale a dire le temporanee e le speciali regolate in maniera differente”.
“La delibera votata all’unanimità in consiglio prevedeva – fa osservare Di Virgilio – una commissione temporanea e non una speciale che è regolata, solo questa, dall’articolo 76 del regolamento del consiglio comunale al quale fanno riferimento i consiglieri che chiedono le mie dimissioni, da qui l’equivoco nato nella mente di chi ha contestato la mia nomina definendola irregolare”.
“Probabilmente –continua – nessuno si è reso conto di questa sottile ma sostanziale differenza, altrimenti se ne sarebbe dibattuto in consiglio. Invece tutti l’hanno approvata”. “Tanto è vero – aggiunge – che in commissione lo stesso Capasso ha dichiarato, nel verbale, di proporre come presidente Maria Grazia Mazzoni precisando che se c’era un’apertura da parte della maggioranza la si doveva votare, senza accennare minimamente ad una violazione delle norme Statutarie e Regolamentarie. Quindi sarebbe stato possibile votare anche esponenti della maggioranza”.
Inoltre, a conferma di quale fosse l’interesse della minoranza, rappresentata nella commissione da Rosario Capasso di Terra Libera e Maria Grazia Mazzoni del M5S, di ottenrere la presidenza della commissione temporanea Di Virgilio ricorda l’esito della votazione che è stato di tre voti a suo favore, uno per Rosario Capasso, uno per Maria Grazia Mazzoni. “Che – riferisce Di Virgilio – dopo avere espressamente affermato di non essere competente in materia ha poi detto sì alla proposta di Capasso ma di fatto non l’ha accettata non votando per se stessa ma per Capasso”.
Dunque, sembra si discuta del nulla, ma l’ultima parola spetta alla segretaria comunale alla quale sarebbe stata sottoposta la richiesta di valutare l’esistenza di elementi che impongano le dimissioni del presidente della commissione.