Aversa, il fardello dei debiti fuori bilancio: nessuno sapeva?

di Antonio Arduino

Aversa – Leggere la parola dissesto associata alla questione dei debiti fuori bilancio rende obbligatorio chiedere ai politici presenti in Consiglio comunale, in particolare a quelli che si erano proposti come candidato sindaco della città, se si fossero lanciati in un’avventura senza conoscere fatti che avrebbero potuto incidere negativamente sulla tenuta della maggioranza, di chiunque tra loro fosse stato eletto.

Possibile che nessuno dei candidati sindaco sapesse dell’esistenza di debiti fuori bilancio e non conoscesse da che cosa fossero originati, dal momento che per la gran parte sarebbero conseguenza di risarcimenti passati in giudicato, quindi da pagare da parte dell’Ente, per quel capitolo del bilancio che si indica come  “insidie e trabocchetti”, vale a dire danni prodotti ai cittadini che sono incappati nelle tantissime buche stradali e che hanno citato in giudizio l’amministrazione per essere risarciti?

Che ci fossero dei debiti fuori bilancio era noto, tant’è che erano stati riportati, con tanto di specifica relativamente a quelli già consolidati, nella relazione di fine mandato dell’amministrazione Sagliocco consegnata al commissario prefettizio Mario Rosario Ruffo e sottoscritta dall’allora vicesindaco Nicla Virgilio in assenza del primo cittadino che, purtroppo, era deceduto.  Questo avrebbe imposto, quantomeno dal punto di vista morale, al commissario straordinario di approvare anche i debiti fuori bilancio nello stesso momento in cui ha approvato il bilancio preventivo del Comune e non lasciare l’incombenza all’amministrazione che sarebbe subentrata ad elezioni concluse.

Una scelta che potrebbe creare danni alla città ma che, comunque, non potrebbe portare al dissesto perché, nell’approvare il riequilibrio di bilancio, è stata approvata anche la copertura dei debiti che saranno eventualmente riconosciuti nella seduta consiliare che dovrà essere indetta, per legge, entro trenta giorni dall’approvazione del riequilibrio di bilancio, quindi entro i primi giorni di settembre.

Ne segue che la polemica fatta da chi sapeva, ma ha finto di non sapere, come i candidati sindaco non eletti, Marco Villano e Gianpaolo Dello Vicario, e il consigliere di Forza Italia Nicla Virgilio, firmataria della relazione di fine mandato dell’amministrazione Sagliocco, è stata strumentale. Finalizzata, probabilmente, a mettere in evidenza l’approssimazione con cui l’equilibrio di bilancio era stato portato all’attenzione del Consiglio. Cosa apparsa evidente dall’arrampicarsi sugli specchi messa in atto dai componenti della giunta, apparsa impreparata a rispondere alla precisa domanda posta da Alfonso Golia del Pd sulla discrepanza tra le date delle relazioni firmate dai revisori dei conti il 25 luglio e dal responsabile dell’area tecnica il 26 luglio attestanti l’una l’assenza, l’altra la presenza di debiti fuori bilancio nel settore di competenza.

Un errore marchiano, dovuto da un lato ad un difetto di comunicazione perché, come chiaritoci da esponenti della passata amministrazione, può accadere che si dia una comunicazione informale, a voce o via mail, e poi la si ufficializzi protocollandola. E’ già accaduto, come ben sa chi ha esperienza quale amministratore comunale, sia da consigliere che da assessore, dall’altro ad una probabile disattenzione del primo cittadino che impegnato, fino a pochissimi giorni prima del Consiglio, nella laboriosa formazione della giunta non ha preso nella dovuta considerazione l’argomento confidando, forse, su una collaborazione  dell’opposizione fattiva e non ostativa dal momento che era stata concordata la creazione di una commissione apposita per la valutazione dei debiti fuori bilancio.

Un organismo chiesto dall’opposizione che avrebbe potuto chiarire ogni aspetto del tema chiedendo, se fosse stato necessari, anche l’intervento della Corte dei Conti. Questo avrebbe dovuto garantire uno svolgimento pacato del Consiglio, invece il consigliere Dello Vicario lo ha definito “voto di scambio”.

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