Aversa, il “giallo” della ristrutturazione dell’ex stazione Alifana: sospesi i lavori

di Antonio Arduino

Aversa – Una ristrutturazione che crea dubbi nei componenti della minoranza quella in atto quella dell’ex stazione dell’Alifana dai primissimi giorni di agosto. Una scelta, di avvio dei lavori, considerata sospetta al punto da imporre ad alcuni consiglieri di minoranza di chiedere chiarimenti all’amministrazione municipale che, in realtà, aveva già avviato autonomamente un esame degli atti relativi all’opera in corso.

“Ho incaricato l’ingegnere Titta Orabona di esaminare tutti gli atti relativi alla costruzione e, per il momento, posso solo affermare che si sta effettuando sulla base di un permesso rilasciato nel 2012, che i lavori furono iniziati nel 2013 e successivamente sospesi”, ci aveva fatto sapere nei giorni scorsi l’assessore ai Lavori Pubblici, Michele Ronza, assicurando che l’amministrazione aveva incaricato Orabona e il comandante della Polizia Municipale, Stefano Guarino, di verificare gli atti, prevedendo di richiedere altre eventuali mancate certificazioni alla ditta che sta effettuando i lavori.

“Nell’attesa della consegna della certificazione – continuava Ronza – potremmo anche disporre una sospensione cautelativa e se dagli atti emergessero anomalie potremmo anche decidere per il sequestro del cantiere”. “Ma – concludeva – ovviamente ogni decisione potrà essere presa solo dopo avere esaminato tutta la documentazione”.

Intanto, l’amministrazione ha disposto la sospensione cautelativa dei lavori convocando il committente dell’opera perché fornisca la documentazione giustificativa dell’autorizzazione alla realizzazione dell’opera. “Il cartello esposto sull’impalcatura che circonda l’edificio è probabilmente sbagliato perché, al momento, dalle ricerche effettuate negli uffici competenti abbiamo potuto verificare l’esistenza di una Scia e di un parere positivo al cambio di destinazione d’uso per l’edificio associato al premesso di costruzione rilasciato nel 2012. Inoltre è emerso che successivamente l’edificio avrebbe ottenuto anche il parere favorevole di una commissione antisismica”, dice l’assessore Ronza.

“Non c’è dubbio – continua – che questi elementi siano insufficienti per chiarire inequivocabilmente i termini di una vicenda che potrebbe chiamare in causa anche la Sovrintendenza essendo la struttura storicizzata”. “Ma – conclude Ronza – siamo decisi ad andare a fondo e siamo certi che con le indagini ulteriori che sono state avviate per comprendere e documentare tutti i passaggi burocratici e la documentazione che ci sarà fornita dal committente saremo in grado di chiarire ogni aspetto della questione”.

Mentre attendevano ulteriori comunicazioni dell’assessore, abbiamo effettuato un’indagine personale per tentare di fare chiarezza su una vicenda che, stando a quanto riferito da addetti ai lavori, sarebbe iniziata con un permesso che autorizzava cambio di destinazione ad uso ricettivo, come bar, ristorante o affini, rilasciato nel 2012 dall’allora responsabile dell’ufficio tecnico su richiesta di un politico.

Il permesso sarebbe stato rilasciato senza alcuna esitazione non essendoci alcun ostacolo o vincolo sull’edificio che, pur essendo definibile “storicizzato” perché nato per essere ad uso pubblico e di età superiore ai 50 anni, non aveva né ha valore storico. Del resto, la ristrutturazione non ne avrebbe alterato l’estetica perché sarebbe stata realizzata mantenendo intatta la facciata esterna dell’ex stazione ferroviaria. Insomma, una ristrutturazione conservativa, come quella realizzata per i locali ospitanti l’università in quella che fu la Real Casa Santa dell’Annunziata che, in fatto di storicità, di importanza artistico-architettonica, oltre che di tutela da parte della Sovrintendenza, ne ha davvero tanta, che permetterebbe all’edificio diroccato e alla zona circostante di riacquistare dignità in una zona d’ingresso della città che da anni è praticamente abbandonata e spesso è stata utilizzata come discarica.

Le carte, dunque, sarebbero in regola se le informazioni raccolte in maniera ufficiosa fossero esatte. Ma c’è un però che impone di fare chiarezza. Riguarda la data del permesso a costruire che non è del 2012, come verificato dall’assessore, ma del 27 luglio 2015. A questo si aggiunga quanto si legge nell’elenco dei contratti in essere, ovvero attivi, stipulati tra la struttura che dispone dei beni dell’ex Ferrovia Alifana e i privati. Un contratto stipulato il 15 giugno 2015 per l’importo mensile di 1591 mila 57 euro che come si legge nell’elenco pubblicato sul web all’indirizzo http://www.eavsrl.it/web/sites/default/files/allegati/CONTRATTI%20DI%20LOCAZIONE.pdf , pagina 11 prima riga da in “concessione in uso provvisorio dei seguenti beni: Stabile (di tipologia commerciale di proprietà della Mcne) di stazione Aversa di cui alla P.lla 90 Fg. n°5 di circa 150 mq da adibire a zona commerciale, negozio, con annesso magazzino, vano tecnico di circa 10 mq, adiacente allo stabile per uso ufficio  a supporto dell’attuale parcheggio Mcne già in possesso da maggio 2010”.

Un contratto stipulato un mese prima della concessione del permesso a costruire che sembra garantire la totale regolarità di una vicenda sulla quale la minoranza consiliare intenderebbe accendere i riflettori, forse perché sul futuro dell’ex stazione erano state fatte ipotesi di destinazione ad uso pubblico.

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