Mondragone – Il comitato “MondrArt” formato da Anna Maria Izzo, Antonio Patalano, Massimiliano Bertolino, in collaborazione con l’associazione “Quartiere Piazza”, organizza una collettiva d’arte contemporanea venerdì 5 agosto.
Opere pittoriche, installazioni fotografiche e scultoree che creano un armonioso percorso artistico lungo piazza Umberto I, via Roma, via del Santuario e corso Umberto I, avendo come sottofondo gruppi musicali ed artisti di strada.
Nonostante il pubblico la trovi difficile, l’arte visiva ha acquisito nell’ultimo secolo un vocabolario assai complesso ma più che mai vitale. Nelle sue nuove forme ha, infatti, invaso il mondo tanto da farci chiedere se esiste ancora una poesia in tutto ciò, cosa siamo disposti a definire arte e come funziona il sistema che le attribuisce valore.
L’evento culturale cittadino ribadisce la necessità di dover comprendere, o almeno di provare a conoscere il regno del molteplice che ci circonda e che appartiene a ciascuno di noi indistintamente. Per chi è schiavo delle certezze, ecco che l’arte contemporanea fatta di quadri, video, arte ambientale e pubblica, crea ansia e insicurezza.
Oltre a una ridefinizione di quelli che furono da sempre i canoni dell’artista e del luoghi dell’arte, si è vista una metamorfosi del ruolo dello spettatore. Chi guarda, sempre più frequentemente, non è solo il destinatario dell’opera ma anche l’artefice, insieme all’autore, della sua attivazione.
Eliminare la distanza fra prodotto artistico ed osservatore era già stato un traguardo importante delle avanguardie storiche. Ed oggi l’intercapedine tra le due categorie è tutta da ripensare. Ma se cambiano i modi di vivere, permane sempre l’urgenza di descrivere la condizione umana e mediante l’arte riusciamo a non dimenticare, a non mettere da parte avvenimenti storici e soluzioni faticosamente raggiunte.
Le ‘due storie’ procedono parallelamente. Ed ecco che troviamo il senso pieno della mostra, un senso che potrebbe essere quasi riassunto dalla celebre opera di Paul Gauguin: “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?”.
Una relazione fra la storia indelebile e colma di stratificazioni del centro storico e la cittadinanza di oggi, un’unione che, con la partecipazione di tutti, può e potrà essere soltanto vincente.