Santa Maria la Fossa, atto intimidatorio su terreno confiscato alla camorra

di Nicola Rosselli

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Santa Maria la Fossa – Hanno bruciato la pompa per l’irrigazione del campo. Un chiaro atto intimidatorio nei confronti dei volontari dell’associazione “Nero e non solo” che quotidianamente prestano la propria opera in un terreno confiscato alla camorra a Santa Maria La Fossa, in località Meta. Un atto che giunge a due giorni dall’incendio di un autovelox sempre nel comune a vocazione agricola del casertano. Azioni che hanno come obiettivo quello di intimidire chi ha fatto una scelta di legalità, ma che non fermano né i volontari né il sindaco Antonio Papa.

«Questo pomeriggio (ieri per chi legge, ndr), – ha dichiarato il primo cittadino – era in programma un tour per i beni confiscati con i partecipanti al campo scuola della legalità ed io sono presente per portare la solidarietà dell’amministrazione.  Azione di solidarietà. La cosa strana è che due giorni fa ci hanno incendiato un autovelox. Due episodi nel giro di due giorni, non sappiamo se collegati, rappresentano un campanello d’allarme».

Sulla stessa scia le dichiarazioni del responsabile di Nero e non solo Aniello Zerillo che, dopo aver ricordato che si sta impiantando un allevamento di lumache con attività diurna sul posto e trasferimento per la notte alla scuola elementare di Parete, ha dichiarato: «il danno lo stiamo quantificando per riprendere subito le attività. Abbiamo seminato ed era necessaria l’irrigazione che abbiamo impiantato da due giorni. Colpire l’impianto significa bloccarci. Martedì siamo andati via alle 13 e stamattina alle 8 abbiamo trovato tutto incendiato. Grazie alla solidarietà cercheremo di rimettere tutto in funzione. Stavamo attuando un progetto con volontari da tutta Italia, questo atto non ci fermerà, ma ci ha messo in difficoltà. Noi reagiremo e riprenderemo al più presto le attività. Se rientra in un disegno più generale rispetto a quanto sta avvenendo non lo so dire, ma bisogna tenere alta la guardia ed è questo che chiediamo anche a prefetto e forze dell’ordine».

Nero e non solo! Onlus con Arci, Cgil, Spi-Cgil promuove dal 2011 campi della legalità democratica e dell’antimafia sociale denominati «Terra di Lavoro e… dignità» sul terreno confiscato alla camorra in località Mèta nel comune di Santa Maria La Fossa. I beni erano di un cugino di ‘Sandokan’, il più famoso capo dei Casalesi, e del figlio di Francesco Bidognetti, altro capo storico dei Casalesi. Al centro di questi due terreni vi era una strada comunale dove era stata costruita un’azienda bufalina abusiva detta del ‘Villano’ con tanto di stalla, sala mungitura, capanni e strutture in ferro, sparite subito dopo il sequestro. L’associazione ha ottenuto in gestione questi terreni per realizzare attività agricole e l’inserimento lavorativo degli immigrati. Da registrare diversi attestati di solidarietà tra cui quelli del segretario provinciale Ust-Cisl, Giovanni Letizia, e del coordinatore provinciale di Sel, Francesco Madonna.

«Esprimiamo – ha dichiarato Letizia – tutta la nostra solidarietà di uomini liberi prima e di sindacalisti poi nei confronti di quanti sono stati colpiti da questa gravissima ingiuria, che offende tutta la società civile. Dobbiamo essere più determinati che mai a vigilare perché episodi del genere non si ripetano mai più. E’ nostro dovere essere accanto a chi, in trincea, si batte contro la camorra e contro ogni forma di sopraffazione».

«In una situazione oltremodo compromessa, – ha aggiunto Madonna – si registra una recrudescenza, con un ulteriore messaggio inequivocabile della criminalità organizzata. Non possiamo voltarci dall’altra parte».

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