Piede diabetico, la Federico II in campo per la prevenzione

di Redazione

Il piede diabetico è una sindrome nella quale neuropatia, ischemia e infezione conducono ad alterazioni anatomo-funzionali tali da condurre a possibile amputazione. 
La cura del piede dipende in maniera cruciale dallo stretto legame fra il paziente, la sua famiglia, il medico di base, il diabetologo, il chirurgo, l’ortopedico, l’infermiere, il podologo e le strutture sociali di supporto.

La gestione cioè deve essere multidisciplinare. C’è una significativa evidenza sul fatto che la creazione di un gruppo multidisciplinare di cura del piede, comporta una riduzione dei tassi di amputazione. A un modello organizzativo si chiede di consentire l’identificazione adeguata dei soggetti da trattare, di curarli nel modo migliore conosciuto e di controllare i costi di gestione di malattia, da ciò ne deriva che l’organizzazione del lavoro è una pre-condizione indispensabile all’erogazione appropriata di un’adeguata assistenza e, dal punto di vista dei risultati di salute, l’organizzazione razionale delle competenze integrate può permettere di esaltare il valore dei singoli interventi terapeutici.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’International Diabetes Federation, si sono posti come obiettivo di arrivare a ridurre il tasso delle amputazioni del 50%. La strategia d’intervento comprende la prevenzione, l’educazione del paziente, il trattamento multidisciplinare delle ulcere del piede e uno stretto controllo metabolico, che può ridurre il tasso di amputazione dal 50% all’85%.

Le amputazioni degli arti inferiori sono quasi sempre precedute da un’ulcera (85%), la cui prevalenza è pari a 0,6-0,8%. E’ stato stimato che la probabilità di un diabetico di incorrere in una lesione al piede nell’arco della propria vita sia pari al 15%. Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che lo screening per il piede diabetico è in grado di ridurre il rischio di amputazioni maggiori.

Il diabete rappresenta la prima causa di amputazione non traumatica nel mondo occidentale. Si calcola che circa il 25% dei soggetti con diabete nel corso della propria vita avrà problemi a carico dei piedi, e un terzo di questi pazienti andrà incontro ad amputazione. Le complicanze del diabete agli arti inferiori, rappresentano attualmente la causa più frequente di amputazione degli arti inferiori, nonché il problema clinicamente più complesso nell’ambito della diabetologia. Il 15% dei pazienti con diabete durante la propria vita avrà esperienza di un’ulcera del piede. Le ulcere del piede sono i principali fattori predittivi di una futura amputazione degli arti inferiori.

La percentuale di pazienti che presentano una patologia del piede, al momento della diagnosi, è di circa il 18.4% e risulta quasi raddoppiata a distanza di 10 anni. Il 12-15% di diabetici sviluppa lesioni ulcerative degli arti inferiori, il 40% ha una genesi ischemica pura, il 35% neuroischemica, il 13% neuropatica, mentre il 9% è dovuta a infezione locale. Circa il 50% delle amputazioni interessano pazienti diabetici. La prevalenza di ulcere del piede varia tra il 4 e il 10% della popolazione diabetica. Nei pazienti diabetici di tipo 1 la prevalenza è compresa tra l’1,7 e il 3,3 %. Nei pazienti diabetici di tipo 2 la prevalenza è tra il 5 e il 10%. L’ 85 % delle amputazioni delle estremità inferiori associate al diabete sono precedute da ulcere del piede. Infatti, il 14-24% circa delle persone con un’ulcera necessita di un’amputazione. Il 40-60% di tutte le amputazioni non traumatiche degli arti inferiori sono eseguite su pazienti affetti da diabete.

L’American Diabetes Association ha calcolato che il 5-15% circa dei diabetici andrà incontro nella sua vita ad amputazione, con un incidenza annua del 6 per mille,una frequenza 15 volte superiore a quella della popolazione generale. La rilevanza di questo problema è stata codificata dall’Ada che ha inserito la valutazione del piede nello standard curativo del diabetico come elemento di speciale attenzione.

Il piede diabetico è un problema economico di rilevanti proporzioni, specie nel caso in cui un’amputazione comporti prolungati periodi di ospedalizzazione e di riabilitazione, nonché maggiore necessità di assistenza a domicilio e di servizi sociali. Studi di numerose strutture sanitarie di grandi dimensioni hanno rivelato che i pazienti affetti da diabete rappresentano il 3-4% della popolazione e fanno uso del 12–15% delle risorse di assistenza sanitaria.

Le complicanze che interessano il piede sono, senza dubbio, quelle che fanno pagare il tributo maggiore; È noto che i pazienti diabetici hanno un rischio aumentato di cardiopatia ischemica, cecità, insufficienza renale, amputazioni degli arti inferiori. Uno studio effettuato su 110.637 diabetici di tipo 2 evidenzia come dopo 10 anni di malattia l’incidenza delle complicanze si raddoppi.

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