Rio 2016, al via le Olimpiadi: notte di festa al Maracanà

di Redazione

A dare il via ai 31esimi Giochi Olimpici di Rio de Janeiro è stata una cerimonia d’apertura meno ricca e sfarzosa delle due precedenti (Pechino e Londra) ma comunque piena di momenti emozionanti. L’inno brasiliano acustico interpretato da Paulinho da Viola che ha trasformato il Maracanà in una sorta di foresta amazzonica, con il racconto dell’immigrazione e del 14 bis di Alberto Santos Dumont, che secondo i brasiliani fu il primo uomo, nel 1906, a volare, prima dei fratelli Wright.

LA CERIMONIA – Il momento più coinvolgente è forse la lunga sfilata dalla modella Gisele Bundchen accarezzata dalle note della ‘Garota de Ipanemà. Favelas, inquinamento e desertificazione gli altri temi ad alto impatto sociale toccati dalla festa a cinque cerchi, che poi ha visto sfilare il fiume di atleti presenti a Rio, in rappresentanza di 206 nazioni.

La prima ad entrare è la Grecia, in omaggio al luogo di nascita delle Olimpiadi, fischi sonori per i ‘cuginì argentini e poi, in maniera meno assordante, anche per Germania e Israele. L’Italia, guidata dal Capo Missione Carlo Mornati, entra alle 21.52 locali (le 2.53 in Italia) capitanata da Federica Pellegrini, la Divina, vestita di un entusiasmo contagioso, che sfila da portabandiera proprio nel giorno del suo 28esimo compleanno.

Sorride la “Divina”, il tricolore sventola davanti agli occhi incantati del presidente del Coni, Giovanni Malagò, del segretario generale, Roberto Fabbricini, del presidente del Comitato Promotore di Roma 2024, Luca di Montezemolo, e di quel tifoso d’eccezione che sta accompagnando gli azzurri in queste ore di febbrile attesa: il premier Matteo Renzi.

La festa del Maracanà si attenua solo in occasione delle dichiarazioni non di rito di Carlos Nuzman, presidente del Comitato Olimpico Brasiliano (“Oggi nasce un nuovo mondo, i brasiliani non fuggono dalla lotta. Questo è il miglior posto del mondo in questo momento”) e del numero uno del Cio, Thomas Bach (“I Giochi sono la risposta ad un mondo di crisi, sfiducia e incertezza”). Subissato di fischi il presidente ad interim brasiliano Michel Temer al momento di dare il via ufficiale ai Giochi, poi i colori del carnevale e l’accensione del braciere, con il ‘giallò dell’ultimo tedoforo risolto solo alla fine.

Dopo il ‘no grazie’ di Pelè, messo ko da problemi fisici, sembrava dovesse toccare al tre volte vincitore del Roland Garros, Gustavo Kuerten. E invece, ad alimentare la Fiamma, che resterà accesa sino al termine delle Olimpiadi è l’ex maratoneta Vanderlei Cordeiro de Lima. Giochi di luce e fuochi d’artificio illuminano il cielo di Rio: da adesso in poi ci sono in palio medaglie ed un pezzo di gloria.

FEDERICA PELLEGRINI – Emozionata la porta bandiera dell’Italia Federica Pellegrini che ha dichiarato: “Sono molto, molto felice di essere la portabandiera dell’Italia. Ho disputato già tre Olimpiadi ma questa è la prima volta per me in una cerimonia d’apertura – ricorda la Pellegrini – Questo perché nel mio sport solitamente gareggiamo molto presto il giorno dopo ma a Rio il nuoto parte più tardi. Cercherò comunque di rimanere seduta prima della sfilata perché domani mi attendono le batterie”.

LA RINUNCIA DI PELÈ – A sorpresa la notizia che non sarà Pelè ad accendere il braciere olimpico. A poche ore dalla cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, O’Rei annuncia di non essere nelle condizioni fisiche ideali per essere presente stasera al Maracanà. “Cari amici, solo Dio è più importante della mia salute – scrive in una nota ufficiale Pelè, dato per favorito per il ruolo di ultimo tedoforo – Nella mia vita ho avuto fratture, operazioni, dolori, ricoveri in ospedale, vittorie e sconfitte, sempre rispettando coloro che mi stimano. La responsabilità delle decisione è mia, mi dispiace deludere la mia famiglia e il popolo brasiliano. In questo momento non sono nelle condizioni fisiche di partecipare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Come brasiliano prego Dio che benedica tutti”.

Pelè è ancora sofferente all’anca, dove è stato operato due volte negli ultimi due anni, e fatica a camminare senza l’aiuto del bastone. Ieri l’ex fuoriclasse brasiliano – che non ha mai partecipato ai Giochi perché alla sua epoca erano vietati ai professionisti – si era recato a San Paolo per un consulto medico.

RENZI – “Voi avete sentito meno l’impatto emotivo, ma quanto accaduto negli ultimi mesi in Europa è drammaticamente impattante sulla nostra vita”. Così il premier Matteo Renzi al Museo delle Belle Arti a Rio de Janeiro. “I terroristi – prosegue Renzi – hanno ucciso in luoghi della quotidianità, allo stadio nei musei, nei luoghi normali. Il loro messaggio è se non riescono a uccidervi vogliono farti vivere nella paura e chiudere in casa impedirti di vivere i valori, i rapporti con gli altri. Le Olimpiadi riaffermano valori profondi, non rinunceremo a vivere coi gioia la nostra esistenza e non rinunceremo ai valori profondi che sono la nostra carta di identità”.

LA PROTESTA – A poche ore dalla cerimonia d’apertura dei giochi davanti c’è stata una manifestazione di protesta contro il presidente brasiliano ad interim, Michel Temer, che ha costretto il Comitato organizzatore di Rio 2016 a cambiare il percorso della torcia olimpica.

I circa tremila militanti dei movimenti sociali, sindacati e partiti politici che hanno partecipato al corteo, hanno bloccato le sei corsie del viale che costeggia la spiaggia di Copacabana su cui sarebbe dovuta passare la fiamma olimpiaca nel suo percorso fino allo stadio Maracanà, dove questa sera si inaugurano le Olimpiadi.

Il raduno era davanti al lussuoso hotel Copacabana Palace, uno dei luoghi dove alloggia la cosiddetta ‘famiglia olimpica’, e vicina a dove si trovavano personalità come il segretario generale dell’Onu Ban ki-Moon pronto a partecipare alla staffetta della torcia.  Per evitare scontri tra manifestanti e la carovana olimpica i responsabili hanno deciso di cambiare all’ultimo minuto il percorso, facendo passare la torcia per le strade interne di Copacabana.

I dimostranti, legati al Partito dei lavoratori (PT) dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva e della presidente sospesa Dilma Rousseff, hanno marciato attraverso il Viale Atlantico per protestare contro Temer e contro il governo che definiscono frutto di un “colpo di stato”.A fare da sfondo, anche le proteste contro l’uso dei fondi pubblici per finanziare i Giochi olimpici. “Ci opponiamo al fatto che non si dà priorità ai diritti sociali – ha spiegato un manifestante – Per questo non crediamo che le Olimpiadi possano giustificare il dirottamento di risorse destinate prima alle tematiche sociali”.

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