Terremoto, appalti e collaudi nel mirino della Procura: occhio sul “campanile killer”

di Redazione

Non si fermano le indagini della procura di Rieti per accertare eventuali responsabilità nei crolli degli edifici durante il sisma di mercoledì in Centro Italia. Per ora si ipotizza il reato di disastro colposo, ma se dovessero emergere nuovi elementi si procederà per omicidio colposo. Le verifiche riguardano tutto l’iter della costruzione: dagli appalti alla progettazione, dall’edificazione alla verifica della rispondenza alle leggi antisismiche.

L’inchiesta, che riguarda edifici pubblici e privati, dovrà chiarire se le ristrutturazioni sono state inadeguate al rischio sismico della zona. Il caso simbolo è quello del campanile della chiesa di Accumoli, che crollando su una casa ha ucciso un’intera famiglia, padre madre e due figli piccoli. In seguito alle lesioni provocate dal terremoto dell’Umbria del 1997, sulla struttura si resero necessari lavori di “adeguamento”. Ma nel 2004, al via dei lavori, si decise di intervenire solo con semplici “migliorie”.

“C’erano 125mila euro in tutto per la progettazione e la realizzazione. Per i lavori veri e propri ne rimasero 75mila”, spiega al Corriere Fabio Melilli, subcommissario della Provincia di Rieti, committente dell’intervento. L’ammissione è che quei soldi furono fatti convergere sulla chiesa e non sul campanile. “Il progetto – continua Melilli – fu vagliato e approvato da una commissione di esperti”.

C’è poi il caso della scuola Romolo Capranica di Amatrice, crollata nonostante i lavori compiuti nel 2012. “Non mi hanno mai detto di fare l’adeguamento sismico della scuola. Mi sono solo occupato di fare il miglioramento, che è una cosa ben diversa – ha spiegato in un’intervista al Messaggero, Gianfranco Truffarelli, titolare della Edilqualità, la società che ha ristrutturato la scuola elementare -. E la parte in cui siamo intervenuti effettivamente non è caduta, almeno nel periodo delle prime scosse. Ma il sindaco di Amatrice dovrebbe saperlo”.

Le indagini riguardano anche otto ospedali della Regione Marche per cui vennero spesi nel 2009 oltre 100mila euro per valutarne il rischio sismico. In questo caso a procedere è la Corte dei Conti. L’incarico fu affidato senza selezione e su chiamata diretta a un centralinista dei vigili del fuoco (e fratello di una esponente del Pd, segretaria dell’assessore regionale alla Sanità), Stanislao Acciarri, che però nei primi due anni di contratto non svolse alcuna attività. Se quei controlli fossero stati effettuati, avrebbero potuto evitare qualche crollo? Una domanda che sono in molti, oggi, a farsi, e che presto potrebbe avere una risposta.

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