La Polizia di Varese ha arrestato quattro minorenni responsabili del reato di violenza sessuale di gruppo. Le indagini hanno preso avvio lo scorso marzo, quando l’educatrice di una comunità di accoglienza per minori ha sporto denuncia per essere stata aggredita e aver subito violenza sessuale da parte di quattro giovani ospiti della struttura.
Grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza poste nelle zone comuni della struttura, gli investigatori hanno appurato che la vittima era stata costretta dai quattro ragazzi a subire atti sessuali sotto la minaccia di un coltello. I quattro, tutti minorenni tra i 14 ed i 17 anni, sono stati ritenuti responsabili del reato di violenza sessuale di gruppo.
In base al differente ruolo avuto durante la violenza, per i due ritenuti più violenti è stata disposta la misura della custodia in carcere, mentre nei confronti degli altri, il cui ruolo è stato considerato meno attivo e meno violento, è stato disposto il collocamento in comunità.
E’ rimasta per tutta la notte da sola in balia dei 4 minorenni arrestati dalla polizia con l’accusa di violenza sessuale di gruppo l’educatrice di una comunità di Busto Arsizio (Varese) che avrebbe subito abusi. E’ quanto emerge dalle indagini sull’episodio avvenuto lo scorso 17 maggio e denunciato dalla donna due settimane dopo.
Secondo le ricostruzioni i ragazzi, che avrebbero gravi problemi comportamentali in alcuni casi anche di natura sessuale, l’hanno attirata con una scusa nella stanza di uno di loro e avrebbero iniziato a insultarla e minacciarla, cercando di spogliarla dopo averla immobilizzata.
Per impedirle di chiamare i soccorsi i minorenni le hanno sottratto il telefono cellulare. La donna è riuscita a liberarsi e a uscire dalla stanza rimanendo però in balia dei ragazzi fino alle 6, quando è iniziato il turno di un altro educatore. Nel corso della notte i 4 minorenni l’avrebbero anche percossa con un bastone, gettandole sul volto urine raccolte in un contenitore e minacciandola con dei coltelli prelevati dalla cucina nel tentativo di convincerla a non sporgere denuncia.
Nella comunità, dove sono ospitati solo minorenni di sesso maschile, erano presenti anche altri ragazzi, che non avrebbero avuto un ruolo delle violenze. Sotto choc per gli abusi subiti, nelle ore successive l’educatrice, 30 anni, non ha sporto denuncia anche perché, secondo quanto è stato riferito dagli investigatori, “si sentiva in colpa” e “non all’altezza delle sue responsabilità” per non essere stata in grado di fare fronte alla situazione mentre si trovava, per la prima volta, da sola in comunità nel turno di notte. Supportata dai responsabili della comunità, che hanno offerto “massima collaborazione” agli agenti, alcuni giorni dopo ha deciso di rivolgersi alla polizia che ha avviato le indagini coordinate dalla Procura per i minorenni di Milano.
Gli abusi sono stati ripresi in parte delle telecamere installate negli spazi comuni della struttura che i ragazzi, completamente nudi, avevano anche cercato maldestramente di coprire per evitare conseguenze. Nelle ore successive alle violenze avrebbero cercato di convincere l’educatrice a non sporgere denuncia minimizzando l’accaduto, sostenendo che si era trattato “solo di scherzi pesanti”. Attraverso le analisi dei filmati e il racconto dell’educatrice, che ha riportato alcune lievi lesioni medicate in ospedale, gli agenti hanno ricostruito gli episodi.
I quattro ragazzi coinvolti provengono da famiglie disagiate e, in passato, si sarebbero già resi responsabili di infrazioni all’interno della comunità, con un comportamento aggressivo e dimostrando una “totale incapacità nel rispettare le regole”. Nei confronti dei due ragazzi ritenuti più violenti, un 14enne italiano e un 15enne rom, è stata disposta la misura della custodia cautelare nel carcere minorile Beccaria di Milano. Per gli altri ragazzi, entrambi italiani, è stato disposto il collocamento in due diverse comunità.