Aversa, panchine “con vista” sui negozi. Un cittadino: “Non siamo guardoni”

di Antonio Arduino

Aversa – “Non siamo guardoni e non ci piace essere definiti così”. Comincia con questa frase la mail trasmessa da un gruppo di lettori che protestano per la collocazione delle panchine posizionate in via Roma a seguito della ristrutturazione dell’arteria principale della città.

Disposte, come sono, con lo schienale rivolto verso la strada sono obbligati a sedere guardando verso le vetrine dei negozi immediatamente antistanti suscitando le proteste dei commercianti e, soprattutto, delle clienti dei negozi di abbigliamento che vedono violata la privacy.

“E’ una situazione inaccettabile perché – scrivono nella mail – è capitato che qualche signora sia venuta fuori dal negozio per minacciare di denunciarci se non avessimo tolto le tende dal momento temendo che potessimo vedere i suoi cambi d’abito”.

“E – aggiungono – la possibilità ci sarebbe se volessimo fare i guardoni ’perché le vetrine permettono di guardare dentro il negozio per curiosare a distanza. Cosa che, però, non abbiamo alcuna intenzione di fare”. “Noi – sottolineano nella mail – desideriamo soltanto poter restarcene seduti a guardare il passeggio su via Roma chiacchierando di cose nostre”.

“Per questo – scrivono – abbiamo chiesto al sindaco e a qualche consigliere, “senza ottenere, fino ad oggi, alcunché, di far girare al contrario le panchine. Ponendole con lo schienale verso i negozi si eviterebbero problemi e nessuno potrebbe parlare di violazione della privacy”.

“A chi afferma che la scelta di orientare le panchine con lo schienale verso la strada per motivi di sicurezza rispondiamo – continua la mail – che nessuno può garantire che non ci sarà mai una autovettura che piomberà su una panchina a seguito di una manovra sbagliata, un incidente o persino di un inseguimento attuato dalle forze dell’ordine”.

“Sono eventi rari ma accadono e allora – concludono – meglio tutelare la riservatezza dei clienti dei negozi che dare la possibilità a veri guardoni di gettare l’occhio sulle clienti che si svestono o, peggio ancora, a male intenzionati di rendersi conto del volume d’affari dei negozi per valutare se fare o meno una rapina”.

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