Gricignano, caso puzza: Di Luise propone “analisi olfattometriche”

di Redazione

“L’estate sta finendo, un anno se ne va”. Ma a tenere banco è ancora la solita puzza che infesta Gricignano e i paesi limitrofi. Anche per quest’anno è stata purtroppo ancora essa la protagonista indiscussa dell’estate gricignanese e non solo.

Si tratta di un problema che, purtroppo, persiste ormai da anni; un problema che non riusciamo a risolvere, nonostante le proteste e l’esasperazione dei cittadini che continuamente accusano anche noi politici, evidenziando l’incapacità di affrontare il problema.

Questo mio intervento è teso prima di tutto ad evitare queste forme di “sciacallaggio mediatico”, cercando, anzi, per quanto possibile, di tutelare l’immagine del nostro Comune.

Infatti, noto continuamente sui social network (vedi Facebook) che le persone, a mio parere giustamente, si lamentano di tale problema; ma non credo che sia giusto accusare il Comune e soprattutto l’amministrazione in carica di immobilismo nei confronti di questo problema.

Certo, non è mia intenzione difendere a spada tratta il sindaco e l’Amministrazione in carica, considerato il mio ruolo di consigliere di opposizione, ma credo che l’unica innegabile colpa di questa amministrazione sia la lentezza nel prendere le decisioni. Faccio riferimento in particolar modo all’indagine commissionata all’Università ed all’ordinanza di chiusura avvenuta dopo circa 4 anni di insediamento della stessa amministrazione.

Chiaro è che non basta scrivere sui social “questa sera puzza”; questo lo dovrebbero sapere soprattutto gli illustri esponenti politici locali (di ogni schieramento) che in questa particolare “specialità”, invece, non si fanno attendere.

Stesso discorso vale anche per le proposte di regolamentare gli insediamenti produttivi nella zona Asi. Proposte populiste che non trovano riscontro nella normativa in quanto quella zona fa riferimento all’Area Asi e per “vincolare” eventualmente la nascita di nuove aziende si deve necessariamente agire solo ed esclusivamente attraverso una programmazione territoriale che non può avvenire che solo attraverso la redazione del Puc.

Quale potrebbe essere una proposta per attenuare e cercare di risolvere il problema? Secondo me una delle strade percorribili sarebbe quella di attingere da fondi regionali ed europei (anche se la tempistica non è delle più brevi) per la realizzazione di reti di monitoraggio ambientale in accordo ed in convenzione, al fine di dare valenza condivisa all’iniziativa, con l’Arpa Campania, finalizzate al monitoraggio delle “molestie olfattive” in atto.

Il progetto si baserebbe quindi su una fondamentale considerazione scientifica: “La percezione umana degli odori non può essere sostituita da nessuna tecnologia, perché non esiste una strumentazione in grado di rilevare una molestia odorigena o olfattiva”.

È quindi necessario, a tal fine, ottenere, anzi pretendere, il coinvolgimento dei cittadini (che fungerebbero da veri e propri “recettori”) che durante il verificarsi dell’evento allarmassero gli enti preposti comunicando telefonicamente od attraverso altri mezzi di comunicazione il disturbo percepito.

Tale meccanismo potrebbe articolarsi in questo modo: Il cittadino (“recettore”) comunica il grado del disagio olfattivo tramite i tasti del telefono (esempio: 1 per un odore “appena percettibile”, 2 per un odore “persistente” e 3 per un odore “molto forte”); quando una molestia olfattiva viene avvertita dai cittadini (“recettori”) e le segnalazioni ricevute superano un numero stabilito (ad esempio 3), viene utilizzata la strumentazione scientifica per verificare la segnalazione attraverso la raccolta di un campione da inviare per le relative analisi olfattometriche da effettuare secondo la Norma Uni En 13725:2004.

La misura così ottenuta consentirebbe di confermare e validare in maniera oggettiva la percezione dei cittadini (“recettori”) sul territorio. Si tratterebbe secondo me di un progetto da prendere in seria considerazione sia perché prevede il coinvolgimento attivo della cittadinanza nella difesa dell’ambiente sia perché offre la possibilità di lavoro nell’ambito del monitoraggio dell’inquinamento territoriale.

È indiscutibile comunque che i cittadini di Gricignano di Aversa abbiano il sacrosanto diritto di respirare un’aria salubre e senza odori sgradevoli e che la soluzione del problema spetta ai politici locali darla, ma non è condivisibile l’atteggiamento di chi fa propaganda politica mettendo a rischio anche l’immagine del nostro paese affibbiandoci il marchio del “paese della Puzza”.

Per concludere, sarebbe anche opportuno fare, secondo il mio modesto parere, una richiesta formale all’azienda che maggiormente provoca tale problema, finalizzata alla convocazione urgente di un tavolo tecnico-politico utile ad affrontare il problema legato ai miasmi che colpiscono il nostro paese, adottando quindi un nuovo approccio che non sia solo di rottura ma propositivo, anche per cercare di progettare insieme la possibilità di riconversione dell’impianto e magari della delocalizzazione.

Gianluca Di Luise, consigliere comunale di opposizione

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