Camorra, confiscati beni per 11 milioni a imprenditore aversano

di Redazione

Aversa – La Direzione investigativa antimafia di Napoli ha eseguito un decreto di confisca beni, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti dell’imprenditore Francesco Grassia, 31 anni, di Aversa.

Tali beni, nel luglio 2015, erano già stati sottoposti a sequestro in virtù del provvedimento del Tribunale sammaritano in accoglimento di una proposta per l’irrogazione della misura di prevenzione patrimoniale formulata dal direttore della Dia.

Imprenditore edile, Grassia nel giugno del 2000 fu tratto in arresto perché appartenente ad un’associazione per delinquere di tipo camorristico, unitamente a Vincenzo Zagaria, Francesco Biondino e Dario De Simone, operante nell’agro aversano. Grassia, nell’ambito del sodalizio criminale, aveva il compito di fornire continuo appoggio logistico agli affiliati, di nascondere armi, di riscuotere i proventi delle estorsioni, di reinvestire gli illeciti proventi delle attività del sodalizio.

I collaboratori di giustizia, concordemente, lo hanno descritto come imprenditore organico al clan dei casalesi, fazione Zagaria, particolarmente attivo nella riscossione di tangenti e reinvestimento degli illeciti proventi.

In tal senso, un’indagine risalente agli anni novanta da cui è emerso l’acquisto di un complesso immobiliare ad Aversa, ex “fabbrica Della Volpe”, ad un prezzo nettamente inferiore al valore di mercato, da parte di una società facente capo al destinatario dell’odierno provvedimento e ad altri sodali, proprio a testimonianza della capacità di intimidazione derivante dalla loro comune appartenenza al clan camorrista dei casalesi.

Sempre in quegli anni, Grassia è risultato attivo, insieme ad altri appartenenti all’organizzazione criminale, nel settore dell’importazione di armi dalla ex Jugoslavia (tra cui fucili a pompa, bombe a mano e mitragliatori silenziati).

I beni sottoposti a confisca di prevenzione consistono in società e fabbricati, aventi sede o ubicati principalmente nella provincia di Caserta, nonché diversi beni mobili e rapporti finanziari nella disponibilità diretta e indiretta del 71enne, per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro.

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