Crescita zero nel secondo trimestre 2016: per l’Istat niente ripresa

di Redazione

L’Istat ha confermato la crescita zero nel secondo trimestre del 2016 mentre su base annua il Pil è aumentato di 0,1 punti allo 0,8%. Male l’industria che diminuisce dello 0,6%, bene invece agricoltura (0,5%) e servizi (0,2%). Lo si evince dai dati sui conti economici trimestrali sull’andamento dei vari settori dell’economia.

Consumi fermi e investimenti in calo nel secondo trimestre del 2016. La fotografia Istat sul Pil nei mesi aprile-giugno, indica dal lato della domanda interna, consumi nazionali stazionari in termini congiunturali (sintesi di un aumento dello 0,1% dei consumi delle famiglie e di un calo dello 0,3% della spesa della Pubblica amministrazione), e investimenti fissi lordi in flessione dello 0,3%.

La domanda nazionale al netto delle scorte – precisa ancora l’Istat – ha sottratto 0,1 punti percentuali alla variazione del Pil: si registrano contributi nulli per i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private e per gli investimenti fissi lordi e un contributo negativo (-0,1 punti percentuali) per la spesa della pubblica amministrazione. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente per 0,1 punti percentuali, mentre l’apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,2 punti percentuali. Le importazioni sono aumentate dell’1,5% e le esportazioni dell’1,9%.

“Per un vero e reale sviluppo del Paese è indispensabile un’azione shock, un piano straordinario per il lavoro che invochiamo da tempo e che preveda lo stanziamento di investimenti pubblici per almeno 60 miliardi di euro”. Lo affermano Adusbef e Federconsumatori commentando i dati sul Pil. A sostenere la crescita in Italia contribuisce l’agricoltura che con +1,8% del valore aggiunto fa registrare l’aumento annuale più elevato, aggiunge Coldiretti.

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