Ischia (Napoli) – 31 relatori, cinque sessioni di lavori, 13 ore di discussione, 80 partecipanti ogni sessione e 40mila utenti collegati via web, due progetti presentati.
Sono alcuni dei numeri della due giorni vissuti ad Ischia, all’Albergo della Regina Isabella di Lacco Ameno, in occasione del Forum Internazionale sull’Economia dei rifiuti, promosso dal consorzio PolieCo.
La direttrice del PolieCo, Claudia Salvestrini, ha annunciato “la costituzione di un tavolo tecnico scientifico con il coinvolgimento di diversi soggetti istituzionali e non”. “In tal senso – ha spiegato Salvestrini – non deve mancare l’interfaccia con i medici. L’obiettivo è capire quanto e se la plastica buttata nei mari possa danneggiare anche la salute dell’uomo. Che la plastica sia ingerita dai pesci è un dato già dimostrato ma questo non basta. Dobbiamo interrogarci pure sulla qualità del nostro pescato che va poi a finire nella nostra catena alimentare”.
Da tutti i relatori è stata rimarcata il bisogno di una semplificazione normativa che sia in grado di guidare il sistema di tutela ambientale nazionale; di una logica produttiva diversa che immetta sul mercato prodotti totalmente riciclabili tenendo conto anche delle tante biodiversità presenti sul territorio; di incentivare l’economia circolare in grado di ottimizzare i processi e ridurre drasticamente gli scarti.
I delegati dei Ministeri dell’Ambiente, della Salute e delle Politiche agricole, alimentari e forestali, hanno dichiarato la disponibilità ad arrivare una soluzione condivisa.
“Tra le sfide del PolieCo c’è sicuramente la necessità di intercettare anche il settore del design”, ha affermato, a conclusione dei lavori, il presidente Enrico Bobbio sottolineando “la significativa resa del polietilene riciclato. A fronte di una percentuale di riciclo di plastica ancora spaventosamente bassa”.
Il Forum è stato riconosciuto dall’Ordine dei giornalisti della Campania come momento formativo e di aggiornamento per tutti gli iscritti negli elenchi. Ad Ischia è stato siglato anche il protocollo con il consorzio nazionale dei Raae, Ecoped, per promuovere il corretto riciclo delle plastiche provenienti dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
“L’Italia ha troppe discariche mal gestite o non gestite assolutamente ed è assurdo che le famiglie italiane paghino in media 1.200 euro per la raccolta differenziata, un servizio che non dovrebbe essere pagato, ma del quale dovrebbero avvalersi”. Così Helmut Maurer, della Commissione europea Ambiente, al Forum internazionale sui rifiuti Polieco, dove ha presentato la ricetta del cambiamento: “Meno discariche e più riciclo, adottando logiche produttive diverse con prodotti che non diventino solo rifiuti ma che anzi siano assolutamente recuperabili. É una scelta dalla quale non si può prescindere se si vuole salvare l’equilibrio dell’ecosistema messo seriamente a rischio”.
Maurer ha fatto riferimento anche alle ecoballe campane: “E’ un problema esclusivamente italiano ed è grave che uno Stato membro dell’Europa, che dall’Europa ha anche ricevuto i fondi per la realizzazione degli impianti, smaltisca le ecoballe in Paesi che di certo non si distinguono per una corretta gestione dei rifiuti, come ad esempio la Romania”. Non è mancato il riferimento poi al problema delle plastiche in mare, che sarà affrontato domani in un’apposita sezione del Forum. “Milioni di tonnellate di plastica vengono smaltite ogni anno in mare: è un crimine contro il genere umano”.
Da parte sua, invece, il magistrato della Dda di Napoli Catello Maresca ha acceso i riflettori sull’impresa criminale nella gestione dei rifiuti. “Oggi l’impresa mafiosa utilizza una violenza diversa data dal potere contrattuale fornito dalla liquidità economica e dalla capacità operativa in netta violazione delle regole e agli adempimenti burocratici”, ha affermato Maresca intervenendo al Forum internazionale sull’economia dei rifiuti promosso dal consorzio Polieco.
Possibili rimedi richiedono, per Maresca, un quadro normativo di riferimento chiaro e coerente. “Qualche passo in avanti – continua il magistrato – è stato infatti, compiuto con la legge sugli ecoreati e sul sistema nazionale di tutela ambientale che dovrebbe essere affiancato da un controllo capillare sulle dichiarazioni fiscali delle aziende che si occupano di smaltimento per risalire ad eventuali illeciti nella gestione dei rifiuti”.