Catania – C’è anche il Consorzio nazionale dei rifiuti dei beni a base di polietilene Polieco fra i premiati del riconoscimento internazionale “Rosario Livatino – Antonino Saetta – Gaetano Costa” per l’impegno sociale.
Il premio, promosso dal Comitato spontaneo antimafia, presidente Attilio Cavallaro, riconosce l’azione di tutti coloro che, ognuno nel proprio settore, si impegnano per affermare responsabilità, etica e legalità a tutela del bene comune.
Giunto alla ventiduesima edizione, il premio intitolato a valenti uomini di Stato uccisi dalle mafie, ha l’obiettivo di valorizzare la memoria delle vittime innocenti e al contempo di esprimere sostegno e gratitudine nei confronti di magistrati, giornalisti, associazioni, rappresentanti delle istituzioni, che oggi ricoprono, con senso del dovere e sacrificio, il proprio ruolo.
Cavallaro, promotore dell’iniziativa, nell’intervento di apertura ha posto l’accento sul senso di solitudine “che si prova quando chi lotta per la legalità viene avversato proprio da chi dovrebbe invece sostenerlo. Le mafie – ha detto – non uccidono solo con le armi, ma anche alimentando la cultura del sospetto”.
“E’ un riconoscimento che ci riempie di orgoglio – ha commentato la direttrice del Polieco, Claudia Salvestrini – e che va a tutte quelle imprese sane che, con difficoltà, lavorano nel rispetto della leale concorrenza e anteponendo all’interesse economico, la salvaguardia di ambiente e salute”.
La cerimonia di consegna, che anche quest’anno, si è svolta nella casa circondariale di Catania, ha visto la presenza di autorevoli personaggi della lotta alle mafie.
In prima linea il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo, intervenuto sulla necessità di “una legalità che non sia fatta di gesti di eroismo, ma praticata da tutti nella quotidianità”. Napoli presente anche con il magistrato della Dda Catello Maresca, che ha rimarcato l’esigenza di “passare dalla sensibilizzazione all’impegno, per recuperare i giovani e sottrarli ai circuiti criminali”.
Premiati anche il questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, il magistrato della Dna Roberto Pennisi, il massmediologo Klaus Davi, i primi soccorritori dei passeggeri feriti nell’ incidente ferroviario avvenuto in Puglia.