Roma – Sono state aperte due inchieste per fare luce sulla morte dell’operaio Antonio Alleovi, folgorato da una scarica elettrica mentre era sul posto di lavoro.
Avrebbe dovuto effettuare alcune riparazioni urgenti dei pantografi elettrici installati sui tetti dei treni che fanno servizio sulla tratta Roma-Viterbo, il capoelettricista dell’azienda di trasporto pubblico. Per poco più di un’ora gli altri lavoratori del deposito Atac in via dei Campi Sportivi, all’Acqua Acetosa, a Roma, non l’hanno visto, ma poi, dopo le 8, sono andati a chiamarlo: l’uomo era disteso a terra privo di sensi.
Immediato l’allarme ai sanitari del 118 che sono intervenuti invano sul luogo dell’incidente. Ormai per l’operaio non c’era più nulla da fare. Sul posto anche il medico legale e gli investigatori del commissariato Villa Glori e gli agenti della polizia scientifica che hanno svolto alcuni rilievi e sequestrato le apparecchiature che Alleovi, descritto come un tecnico molto esperto, stava utilizzando.
Non è chiaro infatti da dove sia partita la scarica elettrica che ha ucciso il dipendente che da tempo lavorava per la riparazione dei guasti. Si indaga per capire se fossero state utilizzate tutte le norme di sicurezza necessarie.
Stabilita per martedì l’autopsia sul corpo dell’operaio, che potrà fornire qualche informazione in più. Sotto choc i colleghi.
“Si tratta di un incidente assurdo che, come ogni morte sul lavoro, poteva essere evitato: nessun ritardo può costare una vita e in nessuna circostanza la pressione e la fretta per garantire un servizio adeguato alla domanda di trasporto possono sopperire alle carenze negli organici, nell’organizzazione del lavoro, negli investimenti sulla sicurezza”, ha dichiarato il segretario della Filt Cgil Roma e Lazio Eugenio Stanziale.