La Guardia di Finanza di Cittadella (Padova) ha concluso una complessa attività di polizia giudiziaria, coordinata dalla Procura di Padova, nei confronti di M.Z., dirigente scolastica dell’istituto comprensivo statale della città veneta, e del figlio, D.N..
Le indagini hanno permesso di appurare che la dirigente scolastica, in collaborazione con il figlio, ha gestito un’associazione “no profit”, denominata associazione “Promosport”, rappresentata formalmente da D.N. ma di fatto amministrata da M.Z., che ha ricevuto contributi in denaro per circa 140mila euro dal Comune di Cittadella per l’organizzazione di corsi di psicomotricità e di attività motorie presso gli istituti scolastici del Comune stesso. Contributi utilizzati però solo in parte per le predette finalità di pubblico interesse.
Infatti, come gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno messo in luce, la Dirigente si è appropriata di circa 58mila euro, di cui 42.760 attraverso prelievi di contanti, effettuati dalla medesima dal conto corrente dell’associazione e non destinati poi allo svolgimento di attività ginnico-sportive, e 16mila utilizzati per spese di carattere esclusivamente personale, quali l’acquisto di un divano, di una lavastoviglie e di un’automobile, ma anche per spese di tinteggiatura della propria abitazione e per il pagamento di polizze assicurative.
Dagli approfondimenti è emerso che i corsi di psicomotricità, per i quali erano stati erogati i contributi e che sarebbero dovuti essere erogati gratuitamente, sono stati realizzati, nella quasi totalità, direttamente dall’istituto comprensivo statale di Cittadella e il relativo costo è stato a carico delle famiglie degli alunni partecipanti, così come per le spese di trasporto per i giochi studenteschi di sci alpino.
Nel corso delle indagini è emerso, inoltre, che M.Z., nella sua veste di dirigente scolastica e dunque di pubblico ufficiale, ha formato anche una serie di atti falsi, recanti il logo del Comune di Cittadella e il relativo timbro, senza averne titolo, inviandole a soggetti terzi a nome e per conto dell’Amministrazione Comunale di Cittadella, che è parte lesa nell’intera vicenda.
I reati contestati a vario titolo a madre e figlio, per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio dal sostituto procuratore titolare delle indagini, Sergio Dini, sono malversazione a danno dello Stato, abuso d’ufficio e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
La dirigente è stata inoltre segnalata per gli ulteriori profili di rispettiva competenza alla Corte dei Conti e all’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, che ha fornito il proprio supporto agli accertamenti svolti.