New York – E’ morta a soli 19 anni una giovane ragazza di New York dopo essersi tuffata in un torrente del Maryland.
Kerry Stoutenburgh lamentava forti mal di testa ed era giunta in ospedale con vomiti e febbre alta. Da subito i medici avevano intuito che la situazione fosse grave.
La prima ipotesi fu quella della meningite ma gli esiti delle analisi furono negativi. E così che la dottoressa Carol Smith del Wadsworth Center del Dipartimento della Sanità che si è occupata del caso, ha scoperto che si trattava di una rarissima malattia: meningoencefalite amebica primaria.
Si tratta di una delle patologie più letali esistenti al mondo, con un tasso di mortalità pari al 90%. La ragazza aveva contratto la malattia dopo essersi tuffata nelle acque del torrente lo scorso 20 agosto. Solo dopo 10 giorni erano comparsi i primi sintomi del malessere.
Non a caso si parla di ameba “mangia cervello” date le conseguenze catastrofiche dell’infezione. A causare il rapido deterioramento del cervello, con lesioni gravi ed estese da provocare la morte del paziente entro pochi giorni dai primi sintomi, è il “Naegleria fowleri”, un parassita minuscolo e dalla struttura molto semplice che, dopo essere entrato dal naso, risale lungo il nervo olfattivo fino al cervello, dove si moltiplica velocemente, nutrendosi di tessuto nervoso cerebrale.
Sotto choc la famiglia della 19enne.
“Nel nostro Paese – ha spiegato il dottor Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università degli Studi di Milano – è stato diagnosticato un solo caso di meningoencefalite amebica primaria, oltre tutto post morte, mentre ci sono stati altri casi non confermati. Questo perché da noi non sussistono le condizioni ambientali di contaminazione e non ci sono portatori, sebbene valga sempre la raccomandazione di evitare le acque stagnanti, dove c’è più probabilità che possano annidarsi questi batteri”.