Ci sono anche napoletani tra gli arresti nel maxi blitz contro il Fai, la federazione anarchica informale, che negli ultimi anni si è resa responsabile della gambizzazione del manager Ansaldo Roberto Adinolfi, nel 2012 a Genova, e degli ordigni lasciati sotto le abitazioni di Prodi e Cofferati.
I due napoletani finiti in carcere sono Marco Bisesti, di 33 anni, e Alessandro Mercogliano, di 43. I loro nomi compaiono nell’inchiesta sul caso Adinolfi e sarebbero stati in stretto contatto con gli anarchici torinesi.
La Digos di Torino, coordinata dal servizio centrale antiterrorismo della direzione centrale della polizia prevenzione, su disposizione della procura della Repubblica del capoluogo piemontese, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare con il contributo operativo delle Digos di Pescara, Roma e Viterbo.
L’operazione “Scripta Manent” ed è diretta nei confronti della federazione anarchica informale. Nell’ambito dell’operazione, sono stati arrestati sette anarchici e sono indagati altri otto. I poliziotti, con l’ausilio di unità cinofile antiesplosivo, hanno sottoposto a perquisizione oltre trenta anarchici e ventinove abitazioni dislocate in Piemonte, Liguria, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo, Campania e Umbria.
Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo ed esplosione di tre ordigni: uno presso il quartiere Crocetta di Torino del 5 marzo 2007 e due presso la caserma allievi carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006.