Aversa – È mai possibile che un imprenditore che diventa patron della squadra di calcio cittadina, portandola dai dilettanti ad una serie professionistica, qual è la serie D, impegnando tempo e risorse economiche che, possiamo immaginare, sono sicuramente alte con quello che costano i cartellini dei calciatori, debba perdere la faccia non pagando delle bollette della luce al punto da vedersi annullare la convenzione sottoscritta con l’ente comunale che gli permette di utilizzare lo stadio cittadino?
Questa la domanda che ha stimolato la nostra curiosità dopo aver letto gli articoli sull’argomento. Per avere risposta l’abbiamo rivolta al patron della Aversa Normanna, Giovanni Spezzaferri. Precisando di non voler creare polemiche con l’amministrazione, il presidente della squadra di calcio italiana ha chiarito alcuni punti importanti della questione. “Nel 2009 – ricorda – sottoscrivemmo una convenzione in cui in cambio della concessione gratuita dell’uso dello stadio mi accollavo la spesa di 150mila euro necessari per la realizzazione di opere finalizzate alla ristrutturazione dell’impianto che all’epoca lasciava a desiderare. In quella convenzione mi accollavo le utenze, come l’acqua e l’energia elettrica. Però, man mano che la squadra progrediva erano necessari ulteriori interventi che venivano effettuati in parte dal comune, in parte dalla mia ditta, tutte opere contabilizzate. Di conseguenza, con una sorta di accordo verbale, l’ente pagava l’energia elettrica ed io mi accollavo le spese degli interventi”.
“Ma non solo, perchè – continua – mi sono accollato anche spese che la convenzione non prevedeva essere a mio carico. Mi riferisco alla manutenzione della struttura, in particolare a quella del prato erboso che costa ben 2500 euro al mese e a quella dell’impianto idrico effettuata dai miei operai che garantiscono anche la chiusura di via Caruso che viene interdetta al traffico veicolare durante le partite grazie alla presenza di due operatori e l’accessibilità dell’area parcheggio ospiti liberando dall’incombenza la polizia municipale”.
“Questi impegni – ribadisce Spezzaferri – non erano previsti dalla convenzione ma conseguenza di un accordo verbale. Nel momento in cui l’amministrazione guidata da Sagliocco ebbe ad inserire lo stadio fra le strutture su cui realizzare un impianto fotovoltaico ci fu qualcuno che fece rilevare che lo stadio era gestito da privati e che, di conseguenza, non aveva senso utilizzare fondi europei per quell’impianto. Da qui la ‘scoperta’ che era l’ente locale a pagare l’energia elettrica e la necessità di rivedere la convenzione considerando sia il costo dell’energia elettrica pagata dal Comune sia quello della manutenzione dell’impianto, in particolare del manto erboso, pagato da me, pari a circa 30mila euro all’anno”.
Elementi di cui Spezzaferri informò il primo cittadino con una lettera in cui chiedeva la revisione della convenzione per formalizzare in maniera ufficiale questa situazione. La cosa sarebbe dovuta passare all’attenzione della giunta ma non ve ne fu il tempo, così tutto rimase com’era, al punto che anche l’amministrazione commissariale continuò a pagare l’energia elettrica mentre Spezzaferri continuò a provvedere alla manutenzione dello stadio.
Ora è arrivata la disposizione di sospensione della convenzione giustificata dal mancato pagamento dell’energia elettrica calcolato in circa 70mila euro in maniera forfettaria, senza una valutazione reale dei consumi, stando a quanto afferma il presidente dell’Aversa Normanna, ma non è arrivato il rimborso di quanto gli sarebbe dovuto per la manutenzione della struttura, in particolare del manto erboso che dal 2009 al 2016 raggiungerebbe la ragguardevole cifra di 240mila euro circa.
Quanto al futuro della squadra i tifosi possono stare tranquilli, non è intenzione di Spezzaferri portare l’Aversa Normanna in altri comuni anche se non dovesse essere rinnovata la convenzione. “Se accadesse – precisa il presidente – continueranno ad effettuare gli allenamenti su campi di Lusciano e Trentola che ho in concessione, come già facciamo per non danneggiare il prato in erba naturale dello stadio Bisceglia dove continueremo ad effettuare le gare di campionato pagando ogni volta l’affitto al Comune che dovrà garantire quella manutenzione effettuata fino ad oggi a mie spese”. Naturalmente anche l’Ente locale dovrà pagare quanto dovuto.