Carinaro, in carcere il pakistano che ha danneggiato Crocifisso e bar

di Antonio Taglialatela

Carinaro – Si trova in carcere il pakistano che martedì pomeriggio ha seminato il panico nel centro di Carinaro, deturpando una statua raffigurante l’immagine del Crocifisso e poi barricandosi in un bar, quasi devastandolo, fino a quando i carabinieri della stazione di Gricignano non lo hanno fermato.

Giudicato con rito direttissimo al tribunale di Napoli Nord – che ha convalidato l’arresto per i reati di offesa a una confessione religiosa, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale – per l’uomo, oltre alla disposizione della misura cautelare detentiva, è stata avviata la procedura di espulsione dal territorio nazionale.

Erano da poco passate le 14 quando in piazza Caduti in Guerra, nel pieno centro della cittadina alle porte di Aversa, a pochi passi dall’ufficio postale, l’extracomunitario, in stato di alterazione psico-fisica, sembra dovuta all’assunzione di stupefacenti, ha iniziato ad urlare e inveire contro l’opera sacra, situata all’angolo tra la piazza e il parcheggio dell’area demaniale.

Dopo averla in qualche modo deturpata, si è recato nella vicina area antistante l’Igloo, dove è situata la sede del Liceo Artistico, irrompendo nel bar “Fuori Orario”. Lì ha distrutto numerose bottiglie e altro materiale.

I carabinieri di Gricignano, agli ordini del maresciallo capo Giuseppe Oliva, giunti sul posto dopo la segnalazione dei proprietari del locale, con non poche difficoltà lo hanno bloccato e condotto all’ospedale “Moscati” di Aversa per le cure mediche dovute al suo stato di alterazione e alcune ferite riportate durante gli atti vandalici.

Un episodio che ha destato scalpore tra la comunità, soprattutto in questi tempi di timore per l’allarme terrorismo, anche se, ribadiamo, il gesto del musulmano non sarebbe di natura religiosa bensì legato a problemi di alcolismo o psicologici.

Sul caso, affrontando anche il tema dell’accoglienza agli immigrati, è intervenuto il vescovo della Diocesi di Aversa, Angelo Spinillo, che abbiamo intervistato: leggi qui 

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