Aversa – “La prima volta il 27 agosto scorso, in una traversa di viale Olimpico, trovo la mia Punto (parcheggiata davanti ad un noto ristorante) chiusa, ma all’interno con il cruscotto devastato nel tentativo di metterla in moto. Spesa per la riparazione poco meno di 200 euro oltre al disagio notevole. La seconda volta il 18 settembre scorso (a distanza di 21 giorni), nella centralissima via Costantinopoli, quasi verso piazza Magenta, lascio alle 22,30 la mia Fiat 500. Al ritorno, alle 23,30, la trovo altrettanta danneggiata, questa volta portiera lato passeggero compresa. Uguali disagi per il recupero (considerato che entrambe le vetture non erano in grado di essere messe in moto) e ulteriori 120 euro di spese in attesa di conoscere quelle necessarie per la riparazione della portiera. Inutile dire che intorno alla 500 hanno fatto di tutto: forzato portiera, aperto cofano per togliere i cavi dalla batteria e così via. Il tutto mentre la vettura era parcheggiata sotto un lampione della pubblica illuminazione e transitavano decine e decine di persone sia a piedi che in auto”.
A raccontare la sua disavventura Luca, giovane studente 23enne che sottolinea anche: “Voglio ammettere anche di essere perseguitato dalla sfiga, ma quanto accaduto a me (entrambe le circostanze non le ho denunziate tenuto conto che hanno portato via un portafoglio vuoto, del valore di circa duecento euro e un portaocchiali altrettanto vuoto), quante volte avviene e quante volte riescono a portare via le vetture?”.
Tante, troppe volte e spesso c’è il classico “cavallo di ritorno” con il pagamento del “riscatto” per riavere l’auto sottratta. Per non parlare, poi del fenomeno, oramai dilagante in ogni angolo della città, dei parcheggiatori abusivi che la fanno da padroni sotto gli occhi delle forze dell’ordine. Un fenomeno presente sia di giorno (anche se si parcheggia nelle strisce blu) dal Parco Pozzi, il cui lato sosta è oramai in mano ad una banda di energumeni originari dell’Europa dell’Est, ai dintorni del tribunale di Napoli Nord, che di sera, soprattutto nelle serate di movida, quando il centro storico diventa preda di sbandati che taglieggiano i giovani avventori provenienti soprattutto dall’Agro Aversano e dall’hinterland settentrionale di Napoli. Ogni slargo, ogni spazio ubicato dinanzi ad un locale più o meno rinomato diventa un luogo per poter chiedere soldi agli automobilisti.
Per non parlare dei continui scippi messi in atto anche da energumeni a piedi. Un fenomeno che nemmeno la tragica morte di Italia Dell’Aversana ha contribuito ad ottenere l’attenzione che merita.
Insomma, sicurezza “anno zero” nella città normanna. Sarà pur vero che le forze dell’ordine sono insufficienti e impegnate in situazioni certamente più importanti. Ma quello che da sempre ci hanno insegnato è che a causare allarme nell’opinione pubblica, a far sentire un senso latente di impotenza mista a vero e proprio timore di rimanerne vittima, sono i reati spiccioli, quelli definiti “comuni”.
Aversa per gli aversani, in questo preciso momento storico, rappresenta un luogo di pericolo. I malcapitati aversani e quanti vi si trovano sono alla mercé del primo malintenzionato che incrociano con la certezza, in questo momento storico, che nessuno potrà difenderli.