Roma – Arresti nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria in seguito all’indagine che ha permesso di scoprire condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nei lavori di una tratta della TAV Milano-Genova; sesto Macrolotto dell’A3 Salerno-Reggio Calabria e della People Mover di Pisa.
I carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma hanno eseguito gli arresti di 21 persone, mercoledì mattina, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione.
L’operazione, denominata “Amalgama”, ha evidenziato che l’ex direttore dei lavori “avrebbe messo a disposizione la sua funzione pubblica per favorire alcune imprese impegnate a eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società riferibili di fatto a lui stesso e a un imprenditore calabrese”. Accertati rapporti di corruzione tra il direttore dei lavori e i vertici dei General Contractor che si occupano della realizzazione delle opere.
I dirigenti cui spettava seguire lo svolgimento delle gare indette dal General Contractor, hanno riferito gli inquirenti, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo che offerte anomale divenissero regolari e, in altri casi, hanno utilizzato dei concorrenti di comodo che in realtà non erano interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato.
In particolare, sulla costruzione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano, la guardia di finanza ha arrestato 14 persone tra dirigenti e imprenditori.
Ad incastrare gli interessati sono state le immagini riprese dalle telecamere nascoste posizionate dalle fiamme gialle in cui si nota lo scambio di tangenti. Consapevoli del fatto che fossero controllati, i soggetti spesso comunicavano a gesti.
Secondo quanto si apprende, l’indagine dei carabinieri nasce da uno stralcio dell’inchiesta su Mafia Capitale.
“La lotta alla corruzione è assolutamente una priorità per garantire lo sviluppo economico e sociale – ha dichiarato il comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi – Gli strumenti che abbiamo a disposizione per combattere la corruzione sono assolutamente adeguati e lo dimostrano i risultati che stiamo ottenendo”.
“Non posso che garantire – ha aggiunto – che proseguiremo a fare quel che stiamo facendo da tempo: una diffusa e capillare attività fin dalle scuole medie per diffondere la cultura della legalità e far capire agli studenti e agli universitari che la lotta alla corruzione è alla base di ogni possibile sviluppo economico e sociale”.