Torino – Un successo oltre ogni previsione per il corso di formazione dal titolo: “La gestione illegale dei rifiuti di plastica tra Italia ed estero: reati ambientali e a danno della salute pubblica – Il rispetto della normativa sui rifiuti anche come contributo di legalità per la crescita economica – Il ruolo del PolieCo”
E’ il sesto appuntamento nazionale per il Ciclo omonimo promosso dalla Fondazione Santa Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente, in collaborazione con Diritto all’ambiente – Edizioni ed il sostegno del Consorzio PolieCo e della Federazione Green Economy.
Oltre 350 partecipanti hanno seguito i lavori del Corso presso l’Aula Magna del Palazzo di Giustizia “Bruno Caccia” di Torino, una platea composita formata dai rappresentanti delle forze di polizia statali e locali delle regioni Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle D’Aosta ed Emilia-Romagna che hanno funzioni di controllo nella gestione dei rifiuti, ma anche rappresentanti di aziende consorziate PolieCo. Sono proprie le imprese che possono comunque contribuire a contrastare il sistema illegale della gestione dei rifiuti attraverso una maggiore consapevolezza degli oneri e delle responsabilità che fanno loro capo, oltre che nella segnalazione agli organi di controllo delle anomalie che dovessero essere riscontate nell’esercizio ordinario della propria attività.
A questi si sono aggiunti alcuni avvocati, dal momento che il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino ha riconosciuto l’evento formativo valido per l’attribuzione di 3 crediti per gli iscritti all’Albo degli Avvocati.
Tale riconoscimento, che segue di poche settimane l’analoga attribuzione dell’Ordine dei Giornalisti della Campania per quanto ha riguardato una delle Sessioni dell’ottava edizione del Forum Internazionale PolieCo sull’Economia dei Rifiuti (Ischia: 16 e 17 settembre): “Non può che riempirci di orgoglio – ha dichiarato il Presidente del Consorzio PolieCo, Enrico Bobbio – ed è la dimostrazione che anni di lavoro e di partnership condivisa per la formazione degli operatori dell’ambiente, siano essi imprese od organi di controllo, ha dato i suoi frutti in termini di credibilità”.
Ricordiamo che la finalità di questo ciclo seminariale è quella di contribuire all’aumento della conoscenza specifica in tutta la filiera coinvolta nel ciclo di gestione dei rifiuti plastici con l’obiettivo di promuovere, da un lato la crescita culturale dei diversi operatori, dall’altro la maggior consapevolezza circa l’importanza di un contrasto comune a pratiche e consuetudini che minacciano, non solo l’ambiente e la salute dei cittadini, ma anche l’economia delle imprese.
“Le 1122 presenze registrate nei cinque appuntamenti fino ad oggi realizzati nel 2016 – ha dichiarato soddisfatta Claudia Salvestrini, direttore PolieCo – non sono da sottovalutare in un panorama nazionale dove il dibattito sulle problematiche ambientali rischia di essere molto ideologizzato e sicuramente lontano da un approccio multidisciplinare e laico, quale risulta essere la metodologia utilizzata durante i nostri eventi seminariali, siano essi convegni o Corsi di Formazione”.
In questo senso si rimarca positivamente la scelta di affidare le docenze ad un pool dalla notevole esperienza sulle tematiche affrontate: Maurizio Santoloci, magistrato di Cassazione, gip presso il Tribunale di Terni, Roberto Rossi, magistrato, Procuratore aggiunto della presso la Procura della Repubblica di Bari, già componente del Csm, Valentina Vattani, giurista esperta di Diritto ambientale e Valentina Santoloci, giurista esperta di Diritto ambientale.
In apertura dei lavori, i saluti del dottor Armando Spataro, procuratore della Repubblica di Torino, che ha ricordato l’importanza della formazione in questo settore: “La materia degli illeciti legati al traffico dei rifiuti si è modificata con il passare del tempo, in quanto non riguarda più solo il settore dei reati ambientali, ma coinvolgono anche notevoli interessi economici. Per questo motivo anche a Torino stiamo ponendo attenzione alla questione attraverso competenze innovative e conoscenze moderne”.
“Ritengo che la formazione ambientale sia un elemento di crescita imprescindibile per l’evoluzione della società in chiave di sostenibilità e di sviluppo umano integrale. – ha rimarcato il direttore Salvestrini – Oggi, è necessario fare rete fra portatori di interesse perché le aziende stesse sono in prima linea sulle questioni ambientali e chiedono sostegno ed aiuto, non solo economico, per crescere nel rispetto della tutela dell’ambiente e della salute che ne consegue”.
“Ben vengano, dunque – ha concluso – questi momenti di formazione comuni dove le rispettive lacune fra stakeholders vengono a galla e si possono risolvere gap comunicativi e pregiudizi nell’ottica del rispetto delle competenze, dell’etica professionale e della legalità”.