Milano – L’incendio che si è diramato in una palazzina milanese abitata da migranti è stato appiccato. Confermata l’ipotesi della spedizione punitiva.
Esasperazione e risentimento hanno spinto alcuni abitanti del quartiere di via Adriano ad organizzare l’irruzione nell’edificio, noto per il suo degrado. Pare che i cittadini volessero vendicarsi di alcuni scippi e atti di vandalismo cui è stata data la responsabilità agli occupanti del dormitorio. Così avevano deciso di “dare una lezione agli abusivi”, bruciandone i pagliericci e gli effetti personali.
Sono entrati nel palazzo armati di fuochi d’artificio e taniche di benzina. Dieci le persone denunciate, tra cui due dipendenti di un bar della zona e anche un sud americano. Si tratterebbe di persone incensurate. Molti di essi, prima di compiere il gesto doloso, non si conoscevano.
Uno dei bar della zona è stato utilizzato come quartier generale per pianificare la vendetta. “Andiamo là e facciamogliela vedere. Io vengo, e porto uno che conosco”. Sarebbe stato proprio il passaparola lo strumento utilizzato per costituire la “banda”.
Al momento dell’incendio, appiccato lo scorso 4 settembre, la palazzina era vuota.
Le indagini sono state svolte dalla Digos. I denunciati dovranno rispondere di incendio doloso e detenzione illecita di materiale esplodente. Non è stata contestata l’accusa di razzismo. A permettere l’identificazione delle dieci persone che sono entrate nello stabile, le testimonianze di alcuni cittadini che avevano dato l’allarme e le immagini estrapolate dalle telecamere municipali.