Un programma di incontri artistici da non perdere quello ideato in seguito alla partnership fra Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e Artecinema, il Festival internazionale di film sull’arte contemporanea.
In occasione della sua 21esima edizione, Artecinema entra a far parte di Progetto XXI, piattaforma di ricerca proposta da Fondazione Donnaregina per sostenere e diffondere su tutto il territorio regionale campano le pratiche e le narrazioni della contemporaneità, sviluppando rapporti con altri soggetti istituzionali, pubblici e privati, in grado di delineare un vero e proprio “sistema del contemporaneo” regionale.
Questa partnership è dedicata, in particolare, al rafforzamento dell’impegno nel sociale già avviato dal Festival nella scorsa edizione: saranno proposte iniziative mattutine, esterne ai teatri in cui si svolge abitualmente il Festival, con l’obiettivo di avvicinare alle culture del contemporaneo contesti e pubblici più ampi, dagli studenti delle scuole secondarie e dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ai detenuti dell’Istituto Penale Minorile di Nisida e della Casa circondariale di Secondigliano.
Il programma è ricco di eventi:
Giovedì 6 e venerdì 7 ottobre, alle ore 11:00 (Accademia di Belle Arti di Napoli): incontri con gli artisti. Più precisamente si potranno incontrare: la regista Mo Scarpelli e i fotografi afghani Massoud Hossaini e Farzana Wahidy, protagonisti del film Frame by Frame.
In Afghanistan, durante il governo talebano, scattare fotografie era considerato un reato. Con la caduta del regime, nel 2001, la stampa libera ha riconquistato la libertà d’espressione ed ha avuto inizio una vera e propria “rivoluzione fotografica”. Attraverso l’adozione dei meccanismi di ricerca ed espressione del cosiddetto “cinema-verità”, articolandosi fra interviste intime, immagini di tragico realismo e filmati d’archivio inediti scampati alla censura, il film segue quattro fotografi afghani mentre documentano la pericolosa realtà di questi territori dilaniati da anni di guerra: Najibullah Musafer, Wakil Kohsar, Farzana Wahidy e Massoud Hossaini (vincitore quest’ultimo del Premio Pulitzer nel 2012).
Venerdì 7 ottobre, ore 10:00 (Istituto Francese di Napoli): proiezioni per le scuole. In particolare, saranno proiettati i film Les gènies de la grotte Chauvet e La Mason Unal, alla presenza del regista Christian Tran, che incontrerà gli studenti di diversi Licei e Istituti superiori della Campania.
Scoperte nel 1994 in Francia, nell’Ardèche, le pitture della Grotta del Pont d’Arc, o Grotta Chauvet, risalenti a 36.000 anni fa, rappresentano una delle più antiche testimonianze artistiche dell’umanità. Queste immagini rivelano un’abilità eccezionale e rivoluzionano ogni precedente idea di arte preistorica. Per preservare questo inestimabile patrimonio è stata realizzata una replica della grotta a grandezza naturale con la riproduzione fedele di tutte le opere. Un’équipe formata da esperti della scultura e pittura preistorica ha seguito i lavori, analizzato i materiali usati dagli uomini preistorici e indagato le loro tecniche e la loro abilità nello sfruttare ogni piega della roccia per dare vita alle immagini. Accompagnati dalle osservazioni dell’artista catalano Miquel Barceló, il film segue il procedere dei lavori.
La Casa Unal, invece, è situata nel cuore di una foresta nel dipartimento dell’Ardèche in Francia, è stata progettata dall’architetto Claude Häusermann-Costy e costruita da Joël Unal dal 1972 al 2008. È un’abitazione unifamiliare, una casa composta da varie sfere o “bolle” intercomunicanti, senza nessun angolo retto, un perfetto esempio di architettura scultorea. Per tutti i volumi è stata usata un’unica tecnica di costruzione: calcestruzzo steso a mano in un’armatura metallica, che ne fanno uno dei capolavori dell’architettura contemporanea.
Venerdì 7 ottobre, ore 10:00 (Istituto Penale Minorile di Nisida) e sabato 8 ottobre, ore 10:00 (Casa circondariale di Secondigliano): proiezioni per i detenuti del film Garden in the Sea.
Invitata a realizzare un’opera per l’isola di Espiritu Santo, in Messico, la scultrice spagnola Cristina Iglesias ha creato un labirinto di stanze sommerse che, favorendo la vita marina, si erge a sigillo e monito per la protezione e valorizzazione di quest’area naturalistica, dichiarata dal 2005 “sito Unesco”. Realizzata con un particolare cemento a pH compatibile con l’acqua marina, l’opera è collocata a 14 metri di profondità nella Bahia de Candelero ed è composta da un insieme di 14 grate, alte 3 metri, che formano due insiemi di ambienti. Il film documenta la lunga gestazione dell’opera, durata quattro anni, celebrando l’unione tra arte, scienza e impegno civile in difesa dell’ambiente. Una suggestiva fotografia e le musiche di Stephan Micus e Hector Martell contribuiscono a restituire la misteriosa bellezza e l’atmosfera incantata di questi luoghi.
A seguire una galleria fotografica (attendere caricamento…)