Ostia, sequestrati 320 immobili: c’è anche “Residence Porto di Roma”

di Redazione

Ostia (Roma) – I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno sequestrato un’ulteriore importante quota dell’immenso patrimonio riconducibile al noto Mauro Balini, 51 anni, già destinatario, nei mesi scorsi, del sequestro di beni per un valore di oltre 460 milioni di euro.

Il provvedimento di prevenzione – eseguito dagli specialisti del Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, è stato emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Specializzata per le Misure di Prevenzione – riguarda l’intero capitale sociale e patrimonio aziendale di una società, con sede nella capitale, esercente l’attività di “costruzione di edifici residenziali e non residenziali”, nonché 320 immobili tra cui appartamenti, negozi, terreni, box e posti auto, ubicati a Roma e in provincia di Rieti, per un valore di circa 50 milioni di euro.

L’imprenditore romano è ampiamente noto alle cronache giudiziarie per essere stato coinvolto in indagini della Procura di Roma per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di proventi illeciti e intestazione fittizia di beni (operazione “Portus Romae” dell’estate 2015).

Ai fini della misura di prevenzione sono state valorizzate le risultanze acquisite nel corso di plurime investigazioni dirette dalla Direzione distrettuale antimafia capitolina, concernenti i più insidiosi fenomeni criminali che hanno interessato, nel recente passato, il litorale romano, con particolare riferimento alla municipalità di Ostia.

Più in particolare, gli approfondimenti correlati alla nota operazione “Tramonto”, condotta – sempre dal Gico – nei confronti del potente clan criminale Fasciani, egemone ed operante a Ostia che ha portato, nel marzo 2014, all’esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di beni per oltre 6 milioni di euro, e ancor prima, all’operazione “Nuova Alba”, nel cui contesto emergevano le connivenze di Balini con esponenti delle organizzazioni malavitose operanti sul litorale, nonché l’esistenza di un ambiente economico finanziario inquietante, all’interno del quale agivano appartenenti alla criminalità organizzata interessati ai rilevanti investimenti che si stavano realizzando nel territorio di Ostia Lido per l’ampliamento del porto turistico.

Proprio quest’ultimo, insieme ad alcuni stabilimenti balneari (“Hakuna Matata”, “Plinius” e “Anema e Core” – quest’ultimo attualmente concesso in locazione a terzi), costituivano il centro dei principali affari gestiti da Balini, attraverso una serie di società sottoposte a sequestro nello scorso mese di luglio.

In sintesi, l’operazione “Ultima Spiaggia” ha consentito di accertare come a Balini risultasse riferibile anche il noto “Residence Porto di Roma”, ubicato nelle vicinanze del porto di Ostia.

Nel dettaglio, è stata rilevata l’assoluta anomalia della complessa operazione commerciale che aveva portato, nel tempo: dapprima, alla vendita per soli 5 milioni di euro dei terreni su cui è poi sorta l’importante opera edificatoria, da parte della fallita Ati spa alla sequestrata “Porto di Roma Immobiliare srl” e da quest’ultima, dopo solo un mese, alla “Porto di Roma Residence srl”, al prezzo di 14 milioni di euro.

Più recentemente, nel giugno 2015, alla locazione del ramo di azienda relativo alla gestione dell’intero complesso residenziale da parte della “Porto di Roma Residence srl” ad altre società (“Immobiliare del Tirreno srl” e “Immobilgest 2010 srl”) sempre riferibili a Balini, al prezzo irrisorio di 25mila euro annui.

Nonostante il vorticoso giro di vendite e affitto di rami d’azienda, Balini ha sempre mantenuto il dominio del rilevante complesso immobiliare ora sequestrato.

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