Sulmona (L’Aquila) – Le Fiamme Gialle Peligne hanno concluso le indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, finalizzate a verificare assenze ingiustificate dal posto di lavoro da parte di dipendenti del Comune di Sulmona.
Le indagini svolte, coordinate e dirette dal sostituto procuratore Stefano Iafolla, hanno consentito di rilevare, in un arco temporale ampio circa sette mesi, gravi irregolarità commesse da parte di molteplici dipendenti del Comune.
In particolare, le indagini hanno permesso di accertare che questi ultimi: si allontanavano, senza alcuna giustificazione, dal posto di lavoro subito dopo aver registrato la loro presenza mediante il badge. Erano soliti assentarsi per recarsi presso la propria abitazione per consumare il pasto, sbrigare faccende personali e trascorrere parte del tempo al bar, fare shopping o fare la spesa; si assentavano dal posto di lavoro in modo prolungato e ingiustificato, più volte al giorno; con la complicità del collega presente in ufficio ovvero con la connivenza di altro personale esterno al Comune, registravano fraudolentemente l’inizio o la fine del servizio pur essendo assenti, raggiungendo poi in netto ritardo l’ufficio o allontanandosene in largo anticipo; producevano comunicazioni (attestazioni di omessa timbratura), per iscritto e/o verbalmente, attestando falsamente la presenza in servizio o gli orari di inizio e fine servizio; fruivano di buoni pasto non spettanti.
Le condotte descritte sono state accertate mediante una minuziosa attività di video-registrazione effettuata con telecamere installate nel perimetro di alcune sedi di servizio comunali, supportate da ulteriori attività di riscontro, qualil’analisi dei tracciati dei cartellini magnetici, pedinamenti, appostamenti ed osservazione dei soggetti interessati; addirittura, in qualche caso, ad alcuni dei soggetti allontanatisi dal posto di lavoro ingiustificatamente veniva, mentre si dedicavano allo shopping, controllata la regolare emissione degli scontrini fiscali a seguito degli acquisti fatti.
Le risultanze investigative, così come emerse nelle varie fasi delle indagini preliminari, sono state successivamente poste in correlazione con i turni riportati nei prospetti mensili di ciascun dipendente, acquisiti presso l’Ente.
Nei confronti dei soggetti attenzionati sono state configurate varie ipotesi di reato, dalla truffa aggravata alle false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del badge da parte di dipendenti pubblici. In merito alla vicenda è stata interessata anche la Procura Regionale della Corte dei Conti di L’Aquila per il recupero dei compensi illecitamente percepiti.