La tensione tra Hillary Clinton e Donald Trump non si è stemperata nemmeno alla tradizionale cena pre-elettorale al Waldorf Astoria di New York, organizzata dalla Alfred and Smith Memorial Foundation. Nonostante qualche sorriso alle reciproche battute, tra i due è volato anche qualche insulto. E la stretta di mano finale non ha convinto nessuno, rafforzando anche la convinzione che i due si trovino insopportabili.
La cena di beneficenza, che da quasi 70 anni è un rito della politica americana, prevede che i candidati presidenziali, a pochi giorni dell’election day, siano chiamati a scambiarsi più facezie che frecciate. Ma all’indomani dell’ultimo ruvido duello tv, i due, separati a tavola dal cardinale arcivescovo di New York Timothy Dolan, si sono alternati sul palco non lesinando battute feroci.
A iniziare è stato proprio Trump, che ha deriso la Clinton sostenendo che “per me questa sera è come una cenetta intima tra amici, per Hillary è una folla che non ha mai visto”, e che per la prima volta Hillary sedeva e parlava a leader aziendali senza essere pagata. Quindi il tycoon ha alzato i toni, dicendo che l’avversaria è “così corrotta” che sarebbe stata cacciata dalla commissione sul Watergate. Quindi è tornato sul tema delle email hackerate e delle offese del suo staff ai cattolici. Un cambio di tono che però non è piaciuto al pubblico.
La Clinton, dal canto suo, ha ironizzato sull’ammirazione di Trump per il presidente russo Vladimir Putin, sostenendo che è arduo parlare a braccio davanti a un pubblico, “soprattutto quando bisogna leggere il testo originale in russo”. E, con un riferimento alle accuse di abusi arrivate da donne nei confronti di Trump, la candidata democratica si è chiesta che voto darebbe il suo rivale alla Statua della Libertà: “quattro, o forse cinque” se lascia la torcia e il libro e si sistema i capelli.