Un’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere al capoclan dei casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone e sei tra killer e partecipanti all’omicidio del vigile urbano Antonio Diana, ucciso l’11 febbraio 1989 a San Cipriano d’Aversa (Caserta). Nel gruppo di fuoco, secondo l’accusa, c’era anche l’altro boss Antonio Iovine, alias “‘O Ninno”, attualmente collaboratore di giustizia.
Il provvedimento è stato emesso al termine delle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, coordinati dai pm della Dda di Napoli Catello Maresca e Simona Rossi.
L’accusa per il boss del clan casertano, detenuto da 20 anni, è di essere stato il mandante del delitto, consumato nell’ambito della guerra che alla fine degli anni ’80 contrapponeva il suo gruppo, controllato insieme a Francesco Bidognetti e Vincenzo De Falco, alla famiglia Bardellino.
Insieme al 64enne Francesco Schiavone erano già detenuti altri destinatari del provvedimento: i presunti killer del vigile, poi divenuti elementi di spicco del clan, Raffaele Diana, 63 anni, detto “Rafilotto”, e Giuseppe Caterino, di 62 anni, noto come “Peppinotto”.