È stata la siciliana Sighanda, pseudonimo di Dominique Fidanza, ad aggiudicarsi la dodicesima edizione del Premio Bianca d’Aponte grazie a “L’aciddruzzu”, primo brano in dialetto a fare il suo ingresso nell’albo d’oro della manifestazione. Connubio originalissimo ed elegantemente intessuto fra la Sicilia e la Francia, la canzone rispecchia a pieno la personalità e la storia artistica di Sighanda, nativa di Aragona ma musicalmente sbocciata e maturata oltralpe.
Forte di questa radicata consonanza interiore, la cantautrice ha interpretato il brano con naturalezza e coinvolgimento, impadronendosi del palco e ricorrendo ad un vero e proprio costume di scena, fattori che hanno regalato alla sua performance una suggestiva carica di teatralità.
Il premio della critica è stato assegnato ad Agnese Valle, giovane cantautrice romana in gara col brano “Cambia il vento”, mentre i riconoscimenti per la migliore composizione, il miglior testo e la migliore interpretazione sono andati rispettivamente a Giovanna Dazzi, col brano “Orione”, a Clarissa Vichi con “Un fiore” ed a Chiara Minaldi, autrice di “Un’anima”, brano valso all’artista agrigentina anche lo speciale premio “Suoni dall’Italia”, assegnato dalla casa di produzione di Mariella Nava.
Un altro riconoscimento esterno, promosso dall’Officina della musica e delle parole di Alberto Salerno, è andato a Nicoletta Noè, al secolo Nicoletta Grazzani, per la sua “Ad Abelardo, Eloisa”, brano dalla potente ed oscura verve rock ispirato alla triste storia dei due amanti francesi del dodicesimo secolo.
Meritevole di menzione è sicuramente la travolgente “La pancia è un cervello col buco” di Gabriella Martinelli, che ha portato sul palco del teatro Cimarosa un brano musicalmente surreale e ricco di accelerazioni repentine e cambi d’umore, una vera e propria opera buffa d’ambientazione metropolitana suonata col solo ausilio di ukulele basso e violino.
Sul fronte degli ospiti, hanno ottenuto notevole risonanza le esibizioni di Vittorio De Scalzi e Fausto Mesolella, di Fausto Cigliano, insignito del premio Bianca d’Aponte alla carriera e di Irene Grandi, che ha compensato qualche insicurezza nel suo ruolo di madrina del concorso con un’esibizione che ha fatto letteralmente esplodere l’entusiasmo del pubblico del Cimarosa.
L’appuntamento, ora, è già fissato per la tredicesima edizione del premio che, nel segno del ricordo di Bianca, continua a riconfermarsi anno dopo anno come una delle realtà più vive ed interessanti della musica d’autore italiana.
In alto immagine della premiazione (foto di Gabriella Ciaramella)