Aversa, Golia: “Capannone Evangelisti, sprecata occasione”

di Antonio Arduino

Aversa – La maggioranza chiede collaborazione, poi fa venire meno il numero legale impedendo la votazione e la possibile approvazione della proposta fatta dal consigliere del Pd Alfonso Golia finalizzata a riacquisire alla disponibilità comunale un’area di 4 mila metri quadrati di proprietà comunale data, nel 1894 per la durata di 9 anni, in uso gratuito alla chiesa evangelica per realizzarvi un luogo di culto in attesa di una sistemazione alternativa.

Una sistemazione arrivata da almeno un decennio in un’area privata a sud di Aversa sede di una esposizione di mobili, lasciando abbandonata lo spazio comunale concesso ventisette anni fa. Considerando la collocazione, poco distate dalla stazione ferroviaria e dalla stazione della metropolitana, considerando la necessità di spazi per la sosta auto, indispensabili in via Fermi per la presenza di tre scuole popolose, tra cui il liceo omonimo, il consigliere di minoranza aveva proposto all’assemblea di riprendere l’area lasciata a se stessa ed utilizzarla per creare parcheggi a raso, ad uso pubblico, o per usi diversi che l’amministrazione avrebbe potuto individuare.

Una proposta sensata che, stando a quanto accaduto in consiglio, la maggioranza non ha inteso valutare dal momento che è stata chiesta la verifica del numero legale che sarebbe venuto meno come fatto notare prima dal presidente Bisceglia, che intendeva verificare senza che gli fosse stato richiesto da alcuno come ha osservato il consigliere di Terra Libera Rosario Capasso, poi da un consigliere di maggioranza che ne ha fatto espressa richiesta.

Niente numero legale, niente voto e il Consiglio si è concluso. Logico il rammarico di Alfonso Golia espresso in una nota stampa: “La maggioranza, o almeno una parte di essa, scappa di fronte al confronto e alla responsabilità di riprendersi un bene concesso gratuitamente per fini di culto (il vecchio capannone degli evangelisti) ma non più utilizzato per quel fine. È una maggioranza che non parla non interviene, ad eccezione di pochi elementi, che ahimè intendono la democrazia come la dittatura della maggioranza e non come un governo basato sul confronto”.

“Una maggioranza pronta solo ad alzare le mani o eseguire ordini, come in questo caso quello di abbandonare l’aula”. “Ma io credo – conclude Golia – che sul tema in oggetto a perdere sia la città, che poteva avere uno spazio pubblico in un’area che ha conosciuto uno sviluppo urbanistico disordinato negli ultimi anni”.

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