Innanzitutto vorrei tentare di correggere l’uso improprio del termine “Evangelisti” largamente usato dagli organi di stampa e anche nel dibattito politico di questi giorni per la questione dello sfratto della struttura sede storica di culto della chiesa evangelica che rappresento.
Non perché “evangelista” sia un termine a noi sgradito, anzi tutt’altro è un termine storicamente troppo importante per attribuirlo genericamente a tutti i credenti osservanti il rito evangelico. Teologicamente “Evangelisti” sono gli scrittori dei quattro vangeli cristiani (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) noi siamo semplicemente “Evangelici” dunque seguaci dei vangeli. Fatta questa pignola osservazione, veniamo al merito della vicenda che sta agitando il consiglio comunale cittadino.
Abbiamo apprezzato l’intervento del consigliere Michele Galluccio che con amministrativo buonsenso chiedeva di “accertare se effettivamente il capannone non sia più utilizzato per le attività di culto”. Poiché altri hanno tratto conclusioni affrettate mi urge fornire qualche nota di chiarificazione per chi è interessato alla questione.
L’impianto ecclesiastico è stato edificato su un terreno affidato in concessione dal Comune di Aversa nell’anno 1983. Molti degli attuali protagonisti della vita politica cittadina portavano i pantaloncini corti. Effettivamente la chiesa ha una presenza cittadina sin dai primi anni 70. La “Tenda evangelica” è servita esclusivamente per le attività di culto e attività di assistenza sociale “no profit” della comunità cittadina di credenti di fede evangelica. E’ noto a tutti che la Comunità Evangelica aversana rappresenta una delle chiese evangeliche più floride ed importanti a livello nazionale ed internazionale.
La struttura di cui stiamo trattando è all’origine un Pallone tenda che ricopre alcuni manufatti realizzati per le attività di culto (altare, auditorium, uffici, sale riunioni, servizi igienici). Successivamente la struttura pressostatica è stata trasformata in una tensostruttura per alleggerire i costi di esercizio. La crescita delle attività ha portato la chiesa a spostarsi nell’attuale sede di Via Gramsci 78 civico posto al confine dei territori di Giugliano in Campania e Sant’Antimo. Infatti l’edificio ecclesiastico è il primo stabile di Aversa sud.
La crescita numerica della comunità imponeva l’acquisizione di nuovi spazi per le attività di culto, istruzione, volontariato e ricreazione (parcheggi, scuole, attrezzature sportive, uffici ecc.). Per la realizzazione di queste attrezzature la chiesa sta ancora scontando con molti sacrifici e in completa autofinanziamento, un mutuo ventennale.
Nondimeno la chiesa non ha mai “abbandonato” la sede storica di via E. De Filippo 6, all’interno della struttura si svolgono ininterrottamente attività liturgiche di preghiera alle ore 6 del mattino. Inoltre, sempre all’interno della struttura, si svolge una attività di culto in lingua inglese per la “Power Root Ministries Italy” composta da migranti e rifugiati cristiani di fede protestante ed evangelica.
Quando si parla di revocare la concessione si sta dicendo in altre parole: “Spodestiamo una chiesa e le sue attività che accompagnano la storia cittadina da circa 50 anni”. Non mi sembra una campagna di illuminata lungimiranza e sensibilità verso il pluralismo e la convivenza pacifica delle minoranze religiose sullo stesso territorio. Aversa è la città delle “cento chiese” se a queste ve ne aggiungiamo altre due di tradizione “protestante/evangelica” che fastidio ne ha la cittadinanza? Posto che le chiese sono sempre un presidio di valori umani e agenzie di solidarietà verso le fasce sociali più deboli.
Infine ci interroghiamo sulla improrogabile necessità intravista da alcuni consiglieri comunali di fare nuovi parcheggi proprio nell’area della nostra chiesa, nasce in noi un inevitabile dubbio: fa’ che ancora una volta si nascondono altri interessi politici dietro la scusa del “buongoverno”? Per la nostra comunità continuare ad avere un nostro locale di culto al centro di Aversa è altrettanto vitale per lo svolgimento e il proseguimento del nostro cammino di fede.
E’ vero, la struttura è ridotta piuttosto male, trattandosi di una copertura in pvc il tessuto plastico si è deteriorato e ciò inibisce la possibilità di utilizzare gli spazi in maniera più funzionale. Il problema è che la chiesa non ha ancora trovati i fondi per la sostituzione della copertura e per la riqualificazione generale dell’impianto. Diversamente, la struttura sarebbe già da tempo, utilizzata al massimo delle sue potenzialità.
Tuttavia, lo stato di debolezza economica della chiesa non può essere l’occasione per sottrargli il bene, sarebbe una grave ingiustizia da perpetrare a danno di una comunità di onesti e devoti cittadini. E’ chiaro che dal canto nostro non ci rassegneremo a subire tale prepotenza: “Superior stabat Lupus”.
Abbiamo segnalato più volte alle Amministrazione Comunale le nostre intenzioni di ripristinare la tenda, anche l’attuale sindaco Enrico De Cristofaro è stato giustamente informato delle nostre intenzioni di recupero dell’impianto, abbiamo reso anche la nostra formale disponibilità, una volta ristrutturato l’Auditorium (500 posti a sedere) di metterlo a disposizione anche della collettività per ospitare eventi e conferenze di pubblica utilità. Purtroppo non possiamo contare su aiuti e finanziamenti pubblici come altri Enti di culto, dobbiamo invece affidarci solo alla nostra capacità di auto sostentamento.
In ultimo intendo sottolineare che la nostra comunità gode dell’amicizia e della simpatia storica di diversi esponenti dell’Amministrazione Comunale, spero con questa mia di aver dato qualche forma di chiarificazione, attendendo anche da tutti gli altri amministratori aversani un segnale di amicizia e rispetto che pensiamo di meritare.
Il pastore evangelico Cristallo Remo Carmine