Aversa – Il quesito proposto agli italiani non permette di ragionare ma punta a indirizzare il voto verso il ‘Sì’. L’esempio più evidente è dato dall’affermazione che votando ‘Sì’ diminuirebbe il numero dei parlamentari, facendo intendere a chi poco segue la politica che siano tali soltanto i senatori che si ridurrebbero di circa duecento unità e che quel centinaio rimanente non riceverebbe stipendio.
Fermo restando che viene logico chiedere come verrebbe pagato l’impegno di questi senatori che comunque a Roma dovrebbero recarsi periodicamente, di certo non rimettendoci di tasca, va detto che parlamentari sono anche i deputati che non vengono ridotti di numero.
Ma cosa importa, basta dire che il ‘Sì’ farebbe ridurre il numero dei parlamentari per ottenere il voto favorevole. Per evitare di avere una Costituzione che definisce “Pasticcio giuridico” Alberto Coppola, docente universitario alla Seconda Università di Napoli, architetto ed avvocato, prova a chiarire il contenuto nascosto e le conseguenze di un voto positivo affinché il 4 dicembre gli aversani votino No per evitare che accettino di avere una Costituzione farlocca.
“Premettendo che – scrive Coppola – da un punto di vista strettamente istituzionale, sarebbe stato opportuno che il Governo, come accaduto da sempre, si fosse mantenuto neutrale, anche perché, comunque, dal 5 dicembre ci sarà da gestire un ‘dopo’, qualunque sia il risultato. Da un punto di vista politico, il risultato del referendum, oltre a non rappresentare una guerra civile né un test sulle attività dell’Esecutivo, né un referendum sulla fiducia o meno al Governo, è confermativo delle proposta di sostituzione (non certamente una ‘riforma’, dal momento che si cambiano 49 articolo su 139 ) di una Costituzione vigente che è un capolavoro, un opera d’arte: Etica, Giuridica. Politica, Sintattica. Né, tantomeno, è un referendum pro o contro il cambiamento dell’Italia; il cambiamento fine a sé stesso non è un Valore; il valore è rappresentato dal cambiamento che abbia l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita degli Italiani e la nuova costituzione proposta, a mio avviso, non persegue tale obiettivo! Quello che conta è l’esame del merito della proposta di nuova costituzione proposta (unica argomentazione sulla base della quale si dovrebbe decidere); proprio l’ esame del merito conferma la necessità, per dovere di coscienza, di votare NO. Bisogna leggere per capire quanto sia incomprensibile ed inattuabile, oltre che iniqua”. Entrando nel merito il docente universitario continua: “Nulla in contrario per quanto riguarda l’abolizione del Cnel, è il nuovo assetto istituzionale che preoccupa (oltre che la incomprensibilità del testo di molti articoli). Ma affermare che fare le leggi diventi meno complicato non corrisponde alla verità”.
Lo dimostra proprio la riforma della Costituzione approvata in via definitiva dal Parlamento che è stata adottata sotto la bandiera della velocizzazione dell’approvazione delle leggi e semplificazione.
“I decreti legge si approvano in 60 giorni”, ricorda Coppola che continua: “Il passaggio dal bicameralismo paritario (tra, l’altro, definito ‘perfetto’, per cui è inspiegabile che si voglia sostituite un sistema definito ‘perfetto’) al bicameralismo differenziato complica il processo di formazione delle leggi e dimostra di non riuscire a cogliere l’obiettivo. Vi sono materie in cui il Senato mantiene la stessa funzione legislativa paritaria (leggi bicamerali); vi sono, inoltre, 9 tipi diversi di procedure per approvare una legge (leggere nuovo articolo 70 composto da 439 parole incomprensibili, al posto di 9 parole dell’attuale costituzione!). Ci sarà una serie di rimpalli, ma soprattutto conflitti sulla tipologia a cui appartiene una proposta di legge, quindi sul suo iter”.
Quanto ai minori costi ancora niente di vero. “Se si volevano ridurre veramente i costi della Politica – scrive Coppola- vi erano soluzioni più credibili e più veloci da praticare: Il dimezzamento, da subito, con decreto legge (si converte in 60 giorni) della indennità dei parlamentari (tutti); La soppressione totale del Senato. La nuova composizione del Senato (nominato e non eletto dal popolo!) lascerà invariati i costi del personale (barbiere compreso) che servirà 100 senatori (quando e se saranno a Roma); inoltre invariati sono i rimborsi spesa ed i vitalizi (non esclusi nella nuova Costituzione). Falsa anche l’affermazione che si Si consentirebbe maggiore democrazia e migliore rappresentanza. “La Regione Trentino Alto Adige – esemplifica Coppola – a fronte di una popolazione di 1 milione di abitanti (quanto la provincia di Caserta) pari all’1,5% sul totale degli abitanti dell’Italia, avrà 6 senatori – il 6%. Vi saranno Senatori che faranno 3 cose (Sindaco, Presidente della Città Metropolitana e Senatore). Lo Statuto delle Opposizioni – articolo 64, comma 2 della nuova Costituzione – sarà scritto della Maggioranza alla Camera o Immunità parlamentare anche per Sindaci e Consiglieri Regionali. C’è infine l’aspetto chiarezza del testo che dovrebbe essere letto e votato”.
Chiaro ed esauriente per chi lo ha formulato, ma non secondo Alberto Coppola: “Il testo proposto, e sottoposto a referendum, si dimostra approssimato e raffazzonato; prova, tra le altre, ne è che le Regioni a Statuto Speciale non potranno avere rappresentanza al Senato dal momento che i loro statuti, che prevedono la incompatibilità tra la Carica di Consigliere Regionale e di Parlamentare nazionale, avendo rilevanza di leggi costituzionali, vanno cambiati con la stessa procedura con cui è cambiata la Costituzione (Doppia lettura delle 2 Camere). E, poi? Si sottoporrà a referendum anche tale modifica se e quando, eventualmente dovesse intervenire? Anche per questi motivi, bisogna votare No, per evitare di avere una Costituzione che sia un ‘Pasticcio giuridico’”.