“A volte ritornano”, non esiste detto più adatto per descrivere questa “era” cinematografica. Gli anni 2000 saranno, infatti, conosciuti nella storia dei media come gli anni dei “remake, revival e spin-off”. Per chi zoppica con la terminologia teen (da ragazzi) inglese è bene dare una definizione dei tre termini: un remake sarebbe la nuova versione o rifacimento di un prodotto, cinematografico o letterario, di successo; un revival sarebbe la ripresa, con nuovi episodi, di una serie tv ormai cancellata da tempo e uno spin-off sarebbe, invece, un prodotto ricavato elaborando elementi di sfondo di una serie o di un’opera precedente (o traendo spunto da uno dei suoi personaggi).
Per capire l’industria cinematografica odierna basta, infatti, conoscere perfettamente questi tre termini: dai film della Marvel che ripropongono i vecchi supereroi in vesti sconosciute, con epici scontri non più tra cattivi, ma addirittura tra buoni (da ricordare, Superman Vs Batman), dalla Disney che riporta in auge, umanizzandoli, i film di animazione (Il 2017 ci delizierà con la nuova versione de La bella e la bestia, con Emma Watson nel cast), al fantasy con Lo Hobbit (trilogia conclusasi due anni fa) e Animali fantastici e dove trovarli (spin-off di Harry Potter appena messo in circolazione), al fantascientifico con il ritorno nel mondo di Star Wars e alle serie tv, basti pensare al revival attesissimo di Una mamma per amica (Gilmore Girls: A year in the life).
Se si considera che la maggior parte di film e serie tv, da una decina di anni a questa parte, sono quasi tutti “rifacimenti” di soggetti cinematografici già visti negli anni ‘80-‘90 si potrebbe ben dire che c’è una leggera mancanza di originalità, ma non è esattamente questo che spinge Hollywood a riproporre modelli usati in precedenza. Gli sceneggiatori fanno leva sul senso di “sicurezza” degli spettatori, il fatto che questi conoscano già il prodotto o che, addirittura, possano immaginare come questo si possa concludere è garanzia di successo.
Da alcuni studi psicologici è, infatti, emerso che essere rassicurati a livello dilettevole (con film e libri) è un buon modo per superare l’ansia dell’imprevedibilità della vita. Così, andare a rivedere Superman, dopo decine di serie, film e fumetti dedicati a lui, ci fa sentire più “sicuri” di noi o, almeno, sicuri di passare due ore al cinema senza elevate sorprese. Dopotutto, sì, Clark Kent “picchia” Bruce Wayne, ma è pur sempre lui: “S” sul costume, lavoro poco gratificante nel Daily Planet e relazione complicata con Lois Lane.
Gli sceneggiatori propongono nuove ambientazioni, aggiunte alla trama (basti pensare a Biancaneve e il Cacciatore, 2012, dove Snow White si trasforma in una vera e propria guerriera), qualche personaggio diverso, ma il succo è sempre lo stesso, i protagonisti non si snaturano, anzi, con le loro movenze scontate, rassicurano.
Diversa è la questione degli spin-off e revival. “Animali fantastici e dove trovarli”, direttamente dal mondo del mago Harry Potter, non ha infatti bisogno di infondere sicurezza, la sola firma di J.K. Rowling porta milioni di persone a dirigersi automaticamente verso il cinema. Le avventure di Newt Scamander, protagonista della pellicola, da trilogia si sono magicamente (per restare in tema) trasformate in una saga. Anche se qualche fan un po’ conservatore dice che “con Harry Potter non c’è paragone”, il film ha già avuto un successo stratosferico raggiungendo cifre al botteghino da capogiro.
Il revival di “Una mamma per amica”, invece, fa leva sulla malinconia: il ritorno a Stars Hallow (immaginaria cittadina del Connecticut) mostra tutti i vecchi abitanti (l’utilizzo dell’aggettivo “vecchi” ha doppia valenza, dopotutto, sono passati dieci anni e gli attori sono invecchiati davvero).
Il caso di “Glimore Girls” è, però, particolare. Il revival è stato, infatti, girato perché l’ultima serie aveva lasciato l’amaro in bocca mostrando un finale davvero troppo aperto per una stagione conclusiva. All’epoca erano sorte dispute che riguardavano la produzione e non si era potuta realizzare un’ottava serie. Il revival ha chiarito alcuni punti rimasti in sospeso, ma, senza “spoilerare”, ha nuovamente optato per un finale aperto che lascia spiazzati.
Forse, gli sceneggiatori sarebbero pronti ad una prossima stagione. Ancora una volta, quindi, un “riciclaggio”? Be’ finché Hollywood ci propone prodotti ben fatti, sull’originalità ogni tanto si può anche sorvolare, l’importante, come in tutte le cose, è non esagerare.