Caivano (Napoli) – Al via il processo, davanti alla Corte di Assise, che vede imputato Raimondo Caputo, detto “Titò”, accusato di aver violentato e ucciso Fortuna Loffredo, nota come “Chicca”, la bimba di sei anni volata giù dall’ottavo piano del palazzo del Parco Verde di Caivano il 24 giugno di due anni fa.
28 i nomi inseriti nella lista dei testi. Già raccolte, invece, le testimonianze di tre giovanissime testimoni dell’inchiesta, secondo le quali Titò avrebbe rivelato di aver ucciso Chicca, minacciando una di loro di “violentarla davanti alla sua famiglia” se avesse parlato.
Oltre a Caputo, accusato di aver abusato di altre tre bimbe, anche l’ex compagna Marianna Fabbozzi, che deve rispondere dell’ipotesi di concorso negli abusi che Titò avrebbe compiuto su una figlia della coppia. A sua volta, però, la Fabbozzi è indagata a Napoli in base alle accuse rivoltegli dallo stesso Caputo per l’omicidio dei figlio Antonio Giglio, morto all’età di 4 anni, il 28 aprile del 2013, in circostanze analoghe a quelle di Fortuna.
“Nostro padre non può essere stato, poi ci sono i testimoni che dicono che quando la bambina è stata buttata giù, lui era insieme ad altri. Nostro padre ci manca tanto”, affermano le figlie di Caputo, mandate in onda con un servizio di Pomeriggio 5. Allo stesso modo vengono trasmesse le parole del legale di Raimondo Caputo: “Sta facendo da capro espiatorio. Lui non si trovava all’ottavo piano”.
In diretta, invece, a Pomeriggio 5 parla la mamma di Fortuna Loffredo, Domenica Guardato: “Penso che la maggiore colpevole della morte di mia figlia sia Marianna Fabozzi. Ci sono tanti punti da chiarire: ognuno dice la sua e non sto più capendo. Voglio la verità”.
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