A Messina, Misterbianco (Catania) e Venezia, i carabinieri del comando provinciale di Messina e del Nucleo operativo ecologico di Catania hanno notificato 10 avvisi di garanzia, emessi dalla Procura della Repubblica peloritana, a carico di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di disastro ambientale in concorso e falsità ideologica commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici.
I provvedimenti scaturiscono dalle indagini condotte a seguito del movimento franoso che, il 5 ottobre 2015, ha interessato un ampio tratto dell’autostrada A18, Messina.Catania, nel comune messinese di Letojanni.
La frana aveva invaso la carreggiata in direzione Catania. I detriti sono ancora lì, tante sono state le lungaggini perché non era chiaro quale ente dovesse intervenire. La frana è nel territorio di Letojanni ma l’autostrada è competenza del Cas (Consorzio autostrade siciliane).
La causa della frana del 5 ottobre 2015 adesso è stata verificata: lo smottamento è stato frutto di sversamenti illeciti delle abitazioni sovrastanti il tratto autostradale e di una serie di omissioni da parte di chi era tenuto a realizzare interventi già indicati nel piano assetto idrogeologico nel 2013. Quel terreno era pericoloso e il rischio frana era stato aggravato dalla costruzione di alcuni complessi tra gli anni 70 e 80.
Gli avvisi di garanzia hanno come destinatari due dirigenti del Cas, perché avrebbero ignorato il Piano di assetto idrogeologico omettendo gli interventi idonei a preservare la sicurezza dell’autostrada. Avvisi di garanzia anche per il sindaco di Letojanni e il capo dell’ufficio tecnico del Comune, e per i titolari di società costruttrici e per due proprietari di singoli appartamenti.