Morti Saronno, dichiarazioni choc: “Io sono l’angelo della morte, sono Dio”

di Stefania Arpaia

Saronno – Dichiarazioni choc quelle del medico anestesista e dell’infermiera arrestati per omicidio volontario nel corso delle indagini avvenute per morti sospette all’ospedale di Saronno.

Lui, Leonardo Cazzaniga, 60 anni, lei Laura Taroni, 40enne, avevano studiato nei minimi particolari la morte dei pazienti e del marito della stessa infermiera.

Sono 61 le pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che riportano i dialoghi tra i due con dichiarazioni scioccanti. “Con questo paziente dispiego le mie ali dell’angelo della morte – affermava l’anestesista – io sono Dio e ai pazienti applico il protocollo Cazzaniga”.

Agli inquirenti un infermiere ha raccontato che più di una volta il 60enne aveva ripetuto queste frasi. “La mia è eutanasia”, dichiarava il medico mentre l’amante infermiera gli diceva: “L’eutanasia è un’altra cosa, è quando una persona lucida e cosciente ti chiede di porre fine alla sua vita. Allora è omicidio volontario”.

I due sono responsabili della morte di Angelo Lauria, 69 anni, malato di tumore, ucciso con una dose di Propofol cinque volte superiore al normale; Giuseppe Pancrazio Vergani, 71 anni, affetto da Parkinson in fase avanzata, morto con una dose di morfina dieci volte oltre il consentito. La procedura dell’iniezione del cocktail letale di farmaci è stata ripetuta anche per Luigia Lattuada, 77 anni, malata di tumore, e Antonino Isgrò, 93 anni, ricoverato al pronto soccorso per una rottura del femore. Ma i casi per i quali i due sono indagati sono almeno altri dieci.

“Tu hai avuto un’eccellente idea”, ha detto ancora Cazzaniga rivolgendosi alla decisione della Taroni di far cremare il marito, anche lui ucciso con un’assunzione di farmaci non idonea data l’assenza di patologie. Massimo Guerra è morto a 46 anni, il 30 giugno 2013. La donna lo aveva convinto che avesse il diabete e malattie cardiache e l’uomo ci aveva creduto visto che i risultati degli esami erano controfirmati da Cazzaniga.

Così assumeva regolarmente dei farmaci che lo hanno lentamente ucciso. “Dalla cremazione non possono capire niente”, si ascolta nelle intercettazioni.

Si ipotizza che la donna sia responsabile anche della morte della madre, che si opponeva alla relazione con il dottore, del suocero e di uno zio del marito.

Ad un’amica, Taroni aveva confidato: “Dal 2011 gli do antidepressivi per ottenere il calo della libido. Ma tanto non succede niente, mio marito sta bene e poi i bambini non mangiano quello che mangia lui”. E ancora: “Io ogni tanto ho questa voglia di uccidere qualcuno”.

“Ma l’omicidio deve essere una cosa per cui non ti scoprono – avrebbe detto parlando al figlio di 10 anni – se ti scoprono e vai in galera perdi anche la casa. L’omicidio perfetto è l’omicidio farmacologico”. In un’altra conversazione avrebbe detto: “Tu somigli a tuo padre e ti ammazzerò”. Poi parlando con l’amante avrebbe fatto intendere che se i figli fossero stati un problema, avrebbe ucciso anche loro.

Indagato anche un maresciallo dei carabinieri a cui fu inviato un fax di denuncia che non fu preso in considerazione dal militare.

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