Prato – Ottantaquattro persone sono indagate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di cui 34 sono state arrestate. Un’inchiesta delle fiamme gialle ha portato alla luce l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita alla realizzazione di permessi di soggiorno falsi che permettevano agli stranieri di rimanere in territorio italiano senza documenti ufficiali.
Sono stati 400 i militari della guardia di finanza impegnati, alle prime luci dell’alba di mercoledì, nell’esecuzione di 34 misure cautelari personali, delle quali tre in carcere e 12 agli arresti domiciliari. Diciannove le misure interdittive emesse dal gip del tribunale di Prato.
Complessivamente le persone indagate sono 84, mentre sono state 111 le perquisizioni svolte in 5 diverse regioni italiane: Toscana, Veneto, Lombardia, Campania e Marche.
I reati contestati dalla procura pratese sono associazione per delinquere, induzione in errore dell’ufficio immigrazione, falsità ideologica nel rilascio di rinnovi di permessi di soggiorno ed immigrazione clandestina.
L’operazione, denominata “colletti bianchi”, condotta su delega dei sostituti Procuratori della Repubblica, Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri, su coordinamento del Procuratore Capo, Giuseppe Nicolosi, ha coinvolto uomini di svariate professionalità: professionisti, imprenditori, sia cittadini italiani che cinesi. L’inchiesta ha coinvolto anche i titolari e i dipendenti dello studio Robbi e dello studio Rosini, entrambi consulenti del lavoro con sede a Prato, Verona, Mantova e Pistoia.
Tali soggetti, approfittando del proprio mestiere, hanno avviato un’attività di favoreggiamento alla permanenza, in condizioni di illegalità, di un elevatissimo numero di cittadini extra-comunitari, soprattutto cinesi, sul territorio nazionale.