A seguito dello scontro tra una moto di grossa cilindrata ed un furgone adibito alla raccolta di rifiuti, avvenuto nel giugno scorso, Manuel Crusco, un 19enne di Arma di Taggia, nella provincia di Imperia, ha perso la vita, mentre la sua fidanzata ha riportato gravissime lesioni.
Questo gravissimo episodio non è stato sufficiente a fermare il vile comportamento di un 45enne sanremese, pregiudicato per reati contro il patrimonio, e di un 33enne cinese, titolare di un’attività commerciale di riparazione e vendita di telefoni cellulari. Nei giorni successivi al tragico evento il padre della ragazza si era rivolto alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Imperia per denunciare il probabile furto dei telefonini che i due giovani avevano al seguito durante l’incidente e che erano inspiegabilmente spariti.
Le immediate indagini attivate dagli investigatori hanno portato ad accertare il coinvolgimento di due persone con ruoli diversi nella vicenda. Il 45enne, infatti, è stato quello che probabilmente aveva sottratto l’iPhone 5S di proprietà del ragazzo deceduto, ed un altro cellulare, stessa marca e modello, in uso alla sua fidanzata.
Agli investigatori, l’uomo ha riferito di averli rinvenuti nella zona del campo di atletica di Imperia, sotto il guard rail, mentre era in transito in quella località. Il 45enne aveva poi provveduto a resettarne uno, mentre per l’altro, non riuscendovi, si era rivolto ad negozio di telefonia di proprietà del 33enne cinese. All’esito delle perquisizioni, gli operatori della Polizia Postale di Imperia hanno rinvenuto entrambi i telefonini: uno in possesso del pregiudicato sanremese, ancora con all’interno le fotografie della giovane coppia, il secondo telefono invece è stato ritrovato nell’esercizio commerciale gestito dal 33enne di nazionalità cinese.
Gli accertamenti svolti sul secondo telefonino, hanno poi consentito agli investigatori di appurare che lo sblocco dello stesso da parte del cinese era stato con ogni probabilità messo in atto abusivamente. La presenza di numerosi apparati telefonici e di altri strumenti informatici (tablet/pc), nonchè le evidenti conoscenze tecniche del proprietario del negozio, hanno indotto gli investigatori a proseguire le verifiche anche sugli apparati al fine di verificare eventuali illiceità nell’utilizzo di codici e programmi software per lo sblocco.