Roma – Prosegue il dibattito sul referendum costituzionale che chiamerà gli italiani al voto il prossimo 4 dicembre.
Tutti, in questi giorni, stanno esprimendo le loro considerazioni e preferenze sull’argomento. Anche l’Ocse, organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha fatto sapere di essere favorevole al “si”.
Il sì al referendum costituzionale “sarebbe un passo in avanti verso il processo di riforma e migliorerebbe la governance politica ed economica – ha informato l’organizzazione economica – il governo sta facendo progressi sulle riforme strutturali, comprese le politiche attive per il mercato del lavoro, la pubblica amministrazione e il sistema scolastico”.
“La richiesta di maggiore flessibilità da parte del governo italiano alla Ue è ampiamente appropriata nella misura in cui venga utilizzata per finanziare politiche che portino a una crescita più veloce e sostenibile”, hanno aggiunto.
Nel rapporto stilato dall’Ocse, il “Global Economic Outlook” si legge: “Continuare e approfondire le riforme strutturali sarà fondamentale per aumentare gli standard di vita degli italiani. La riforma costituzionale che sarà soggetta a referendum a dicembre sarebbe un passo in avanti perché snellirebbe il processo legislativo e chiarirebbe la divisione delle responsabilità tra il governo centrale e gli enti locali che allo stato attuale ha frenato gli investimenti pubblici e privati. La riforma migliorerebbe la governabilità politica ed economica dell’Italia”.
Dopo il si della Merkel e di Obama, e ora anche dell’Ocse, Renzi mostra la propria contentezza nei confronti dell’appoggio ricevuto.
Il presidente del Consiglio ribatte: “Non sto a far politica per aggiungere una riga al curriculum. Non sto a vivacchiare e galleggiare. Io non sono come tanti. Se guardassimo i numeri dei partiti per il Sì o per il No saremmo spacciati: 35 a 65”.
“Certo è una partita difficile, ma tanti non del Pd hanno voglia di un Paese più semplice, più tranquillo. È una grande occasione per semplificare il sistema. Non dipende dai partiti, ma dai cittadini”, ha concluso il primo ministro.