Referendum, Renzi: “Se vince il No non resto attaccato a poltrona”

di Redazione

“Io non sono come loro. Io non ce la faccio a restare abbarbicato a una poltrona per il gusto di starci. Io sono qui per cambiare le cose, non sono disponibile a restare nei giochini della vecchia politica, per galleggiare”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, aggiungendo: “Sai quanti ne trovano più bravi di me a galleggiare? Se qualcuno vuol fare strani pasticci il giorno dopo li fa senza di me”.

Parlando in collegamento telefonico con Rtl 102.5, il premier ha poi assicurato che l’Italicum verrà comunque modificato. “Sia che al referendum vinca il Sì sia che vinca il No, ormai è evidente che si fa comunque la legge elettorale nuova. E’ un impegno che è preso. Non ci vedo niente di male nell’Italicum e nel ballottaggio, però sia che vinca il Sì sia che vinca il No la legge si cambia. Così leviamo anche il problema del combinato disposto, per chi ne è preoccupato”.

“Se volete questa classe qui auguri, ma io non sono come loro”, ha aggiunto. “Il 5 dicembre non c’è l’invasione delle cavallette o l’Armageddon. Se vince il No, rimane tutto come adesso. Gli italiani non si devono far fregare dai politici, che cercano un pretesto per conservare i privilegi che hanno sempre avuto. Stanno cercando tanti pretesti per difendere i loro privilegi”.

Sul risentimento in politica il premier ha accusato: “Ci sono persone che votano No al referendum solo perché non hanno avuto una poltrona di consolazione. Se li avessi accontentati oggi sarebbero i principali campioni del Sì”. All’osservazione se si tratti di un riferimento a Massimo D’Alema Renzi ha risposto “E non solo”.

Il presidente del Consiglio è poi tornato sulla polemica con Bruxelles dicendo, a proposito del’annunciato veto sul bilancio Ue: “Siamo cornuti e mazziati. Diamo soldi all’Unione europea perché i Paesi in via di sviluppo dell’Ue crescano e quegli stessi Paesi non si preoccupano di un tema come l’immigrazione. Io non posso stare felice e contento. L’Italia è disponibile a mettere anche più soldi per un’Europa diversa a condizione che non ci lascino soli sulle politiche di immigrazione e che non continuino con le politiche di austerity. Mi piacerebbe non essere solo in questa battaglia. Non ci stiamo a fare da salvadanaio: noi siamo europeisti convinti ma non ci piace quest’Europa qui”.

“Mi piacerebbe moltissimo fare un confronto, civile, con Beppe Grillo e Silvio Berlusconi“, ha ribadito il presidente del Consiglio. “Dove vogliono loro, in tv, in radio. Se Grillo non può io sono disponibile a fare con il figlio di Casaleggio, che è il vero proprietario del M5S”.

E ancora, sul movimento di Grillo: “Se questo referendum passa, certe battaglie storiche dei Cinque stelle diventano legge costituzionale, ma loro dicono no solo per mandare a casa il governo. Era d’accordo anche la Cgil sul superamento del bicameralismo paritario, c’è un documento del 2014 della Camusso che sembra esattamente la riforma”.

Sulla sua attività di governo, ha ammesso: “Sono mille giorni di governo: in questi mesi qualcosa abbiamo fatto, è chiaro che abbiamo fatto anche errori ma mi fanno ridere e anche un po’ di tenerezza quelli che pensano di non sbagliare mai. C’è una riforma del lavoro che ha fatto 656mila posti di lavoro in più. Ma c’è anche un’Italia divisa in due e anche per questo abbiamo messo 730 milioni di incentivi per le assunzioni al Sud”.

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