Aversa – Nel nuovo anno gli istituti d’istruzione superiore rischiano la chiusura, sia quelli aversani che tutti i 93 plessi scolastici presenti nella provincia di Caserta. E non è colpa del referendum.
A mettere a rischio la scuola casertana è la mancanza dei fondi necessari a garantire i servizi essenziali, comunicata dall’Amministrazione Provinciale, con una nota del 7 ottobre 2016, indirizzata ai dirigenti scolastici, in cui annunciava che, “per ragioni ad essa in alcun modo ascrivibili”, dal 31 dicembre non avrebbe potuto più garantire nemmeno il pagamento dell’energia elettrica, figuriamoci il riscaldamento necessario nei periodi di freddo invernale particolarmente per quegli istituti in cui esiste il tempo lungo, come le scuole professionali, prospettando una “traumatica interruzione dell’anno scolastico 2016/17”.
Se a questo si aggiunge che dei 93 istituti d’istruzione superiore presenti nella provincia uno solo, realizzato di recente, ha il sistema antincendio messo a norma e che l’adeguamento, obbligatorio per legge, doveva essere effettuato entro il 25 novembre – cosa impossibile per la già ricordata mancanza di fondi – appare più che probabile che, dopo il controllo annunciato, a tappeto entro il 31 dicembre, dal comando provinciale dei vigili del fuoco, potrebbe davvero accadere che la scuola aversana e casertana in generale chiuda i battenti per tempi lunghi, mettendo a rischio l’anno scolastico in corso.
Un’evenienza in contrasto con la “Buona Scuola” propagandata da Matteo Renzi, cosicché ci è parso logico chiedere da che cosa sia dipesa la mancanza di fondi. La risposta è arrivata da Francesco Bortone, vicepresidente della Provincia e responsabile del settore scuola. “E’ molto semplice. – ha detto il medico di Teverola – Il bilancio della provincia è di 70 milioni di euro, la maggior parte di quanto rimasto in cassa è stato utilizzato per pagare gli stipendi del personale. Di conseguenza, per le attività di competenza regionale, vale a dire scuola e viabilità, sono rimaste le briciole”.