Aversa, stanze affollate e uscita di emergenza: lamentele su nuovo ufficio Giudice di Pace

di Antonio Arduino

Aversa – L’apertura della nuova sede dell’Ufficio del Giudice di Pace in via Cavallerizza rappresenta un momento importante di riqualificazione nell’immagine della città ma dopo l’apertura arrivano le prime critiche da parte degli utenti che lamentano l’affollamento dei corridoi e l’assenza di almeno una stanza in cui poter lavorare, sfogliando faldoni e scrivendo verbali, incombenze che oggi svolgono utilizzando come appoggio gli armadietti bassi preseti nei corridoi.

Critiche giunte all’orecchio dell’assessore Alfonso Oliva che, presente al taglio del nastro della nuova, non ha nascosto di averne ricevuto da parte dei colleghi. “Tutto – ha detto – è perfettibile ma certamente, per quanto di competenza comunale, rimedieremo a eventuali imperfezioni presenti”.

Tra le problematiche, a parte la segnalata carenza di parcheggi, ce ne sono due in particolare relative alla organizzazione della struttura segnalate, rispettivamente, da Gianpaolo Dello Vicario, consigliere comunale di Forza Italia ed addetto ai lavori esercitando la professione di avvocato, l’altra dal rappresentante del Codacons dei diversamente abili su sedia a rotelle Carlo Zaccariello.

Per l’avvocato “bisogna subito ricavare ambienti per i servizi, dotare la struttura di tutto quanto possa rendere fruibile gli spazi angusti e realizzare quanto possa consentire di svolgere la professione in maniera dignitosa”.

Questo perchè anche nella nuova sede l’ufficio del Giudice di Pace, mentre abbondano locali destinati ai giudici e al personale amministrativo, è sprovvista di locali in cui gli avvocati possano consultare documenti e scrivere note o verbali utilizzando sedie e scrivanie e non armadietti trasformati in occasionali scrivanie da campo.

Per il rappresentante del Codacons la nuova sede presenta una grossa carenza relativa all’uscita di emergenza che coincide con l’ingresso principale della struttura, mentre dovrebbe essere indipendente e separata da questo.

Una coincidenza che, in caso di necessità, dopo un lungo giro, fatto utilizzando la scala di emergenza metallica interna al cortile dello stabile, riporta esattamente nel corridoio d’ingresso creando caos tra chi sta uscendo per mettersi al sicuro e chi segue le indicazioni per l’uscita di emergenza. Inoltre impedisce letteralmente ai diversamente abili su sedia a rotelle di mettersi in salvo perché prendendo l’ascensore, obbligatorio se non si è in grado di usare le scale, non si raggiunge il cortile dato che l’ascensore si ferma all’altezza del piano rialzato della struttura coincidente con l’ultimo tratto della scala di emergenza.

A questo punto il disabile su sedia a rotelle ha una sola scelta: affidarsi a Dio, perchè essendogli impossibile scendere le scale dovrebbe rientrare nel corridoio del piano rialzato, ma non può perché la porta dell’uscita di emergenza non si pare dall’esterno ma solo dall’interno.

uscita di emergenza l'ascensore

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