Sono in corso operazioni di evacuazione ad Aleppo dove, nella notte tra mercoledì e giovedì è stato raggiunto un nuovo accordo per liberare i quartieri assediati dai ribelli.
Fonti locali hanno fatto sapere che il primo convoglio di malati e feriti ha lasciato Aleppo est, soggetta a continui bombardamenti. Le ambulanze si stanno dirigendo verso i quartieri assediati del settore orientale di Aleppo controllato dalle forze governative. La notizia è stata confermata dalla televisione siriana che ha mostrato le immagini in diretta.
Secondo l’accordo raggiunto, pare sia stato istituito un cessate il fuoco per permettere ai civili di lasciare la città a seguito del tentativo fallito di un primo cessate il fuoco. “Si stanno ultimando i preparativi per far uscire i ribelli e le loro famiglie dall’ultima sacca di territorio ancora sotto il loro controllo ad Aleppo”, ha dichiarato un alto funzionario dell’esercito siriano.
Tuttavia un portavoce degli “elmetti bianchi” ha raccontato ad Orient Tv che le forze governative o forse “milizie sciite” iraniane avrebbero comunque sparato contro un convoglio di civili uccidendo una persona e ferendone altre quattro.
Giornalisti del posto stanno testimoniando attraverso immagini in tempo reale le distruzioni a cui sono soggetti i quartieri di Aleppo, ridotti in cumuli di macerie.
Ad impedire la prima evacuazione sarebbe stato, secondo l’Osservatorio siriano, il regime di Assad, per non essere stato consultato durante la trattativa tra Russia e Turchia. Il Cremlino ha riferito di una telefonata intercorsa tra i presidenti Putin ed Erdogan sulla Siria e “in particolare dello sviluppo della situazione ad Aleppo”, rimarcando “la necessità di unire gli sforzi per migliorare la situazione umanitaria e facilitare il lancio di un vero processo politico in Siria”.
Sul numero di persone rimaste in trappola le stime variano dalle 50mila prefigurate dalle Nazioni Unite fino alle 200mila riferite da fonti locali. Un terzo, secondo stime impossibili da verificare, sarebbe composto da combattenti: di questi, circa il 10 per cento vicini ad al-Qaeda.
“Aleppo è quasi tutta nelle mani di Assad ma sentiamo ancora le bombe”, ha dichiarato il vescovo della città siriana, Monsignor Georges Abou Kazen.
Impegnati nelle operazioni di trasporto 20 bus e 10 ambulanze pronte a partire per Idlib.