Gentiloni, conferenza stampa di fine anno: “Mantenere continuità politica”

di Stefania Arpaia

Il nuovo premier Paolo Gentiloni, a capo del governo da sole due settimane, ha preso parte alla tradizionale conferenza stampa di fine anno in cui ha affrontato più argomenti.

“Penso che sia un primato, generato da eventi non piacevoli, il fatto che il presidente del Consiglio si presenti a questa conferenza a 15 giorni dall’insediamento – ha dichiarato il premier – credo sia stato giusto mantenere questa consuetudine”.

“Sono stati giorni molto impegnativi e per me anche entusiasmanti. Il governo nasce all’indomani delle dimissioni di Matteo Renzi, scaturite dalla sconfitta del risultato referendario. Non va però dimenticato quello che ha fatto il governo di cui ho fatto parte ha svolto nei due-tre anni precedenti. Cancellarlo o relegarlo nell’oblio sarebbe un errore. La continuità della squadra, che abbiamo appena deciso è considerata da alcuni un limite. Accetto la critica, ma rivendico la continuità sul piano politico”.

Affrontato anche il tema del terrorismo su cui ha riferito: “Innanzitutto il governo ha garantito un certo livello di sicurezza: ricordiamoci la discussione che abbiamo avuto alla vigilia del Giubileo; i controlli in piazza San Pietro, l’attenzione internazionale, la rivista di Daesh con la cupola in copertina, gli allarmi che ci sono stati. Fortuna? Certo, la fortuna è fondamentale ma anche un grandissimo lavoro degli apparati, delle forze dell’ordine, dello Stato”.

“Non esistono Paesi non a rischio – ha aggiunto – La radicalizzazione avviene in casa nostra, nelle nostre carceri, nei nostri quartieri e questo è all’origine di molti attentati”.

Poi in merito al lavoro, ha dichiarato: “È cresciuto il lavoro stabile, abbiamo ridotto le tasse, l’Italia ha più diritti e maggiore ascolto a livello internazionale. Non abbiamo finito e non abbiamo scherzato e tutti devono essere consapevoli che il processo di riforme andrà avanti nel tempo che abbiamo a disposizione. Per me le parole chiave sono lavoro, Sud e giovani. Le riforme, quindi, devono proseguire, perché è un percorso che fa bene all’economia, alla crescita e alla semplicità del Paese. È un lavoro che dobbiamo continuare a fare”.

E ancora: “Dobbiamo fare qualcosa di più nel Mezzogiorno. Io sono culturalmente, oltre che programmaticamente, convinto che come accaduto in diversi Paesi europei, la prospettiva di crescita è legata al superamento del differenziale di crescita delle zone che sono più indietro. Il punto essenziale dei miei sforzi è di trovare meccanismi per sbloccare questa situazione. Dobbiamo domandarci se non ha funzionato quello che abbiamo fatto e come sbloccarlo”.

Affrontati anche altri temi importanti tra cui: terremoto e ricostruzione, caso Giulio Regeni, legge elettorale, crisi migranti e molti altri.

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